In vista del ritorno di The Crown con la quinta (e già contestata) stagione, la stilista storica che ha affiancato Diana Spencer ai tempi si è raccontata in un’intervista. Amanda Wakeley ha conosciuto Lady D e, come ha raccontato a Vogue, il loro primo incontro è avvenuto grazie ad una conoscenza in comune, quale Anna Harvey (ai tempi vicedirettore di British Vogue). All’epoca Amanda Wakeley era una designer emergente per cui i suoi lavori non erano molto conosciuti. Tuttavia Anna Harvey aveva visto un’affinità tra il suo lavoro e la personalità di Diana Spencer e ci vide lungo. Come ha raccontato a Vogue, Diana approvava nove modelli su dieci, a dimostrazione del fatto che tra le due ci fosse una forte intesa fashion.
Lady Diana e il potere degli abiti che veicolano messaggi
Oggi Amanda Wakeley ha 59 anni e ricorda gelosamente i momenti trascorsi insieme a Lady Diana. A breve il biopic Spencer con Kristen Stewart riporterà al cinema la sua storia tormentata, la principessa triste intrappolata in un matrimonio senza happy ending. E nel biopic si darà forte risalto all’abbigliamento della principessa del Galles. Un fattore non di poca rilevanza e il perché l’ha spiegato proprio la sua stylist di fiducia. “Lady Diana ha usato i vestiti per sentirsi forte, per evolvere. All’inizio, agiva sotto mentite spoglie. Solo nel corso degli anni ha affermato il suo stile, fino a lasciarlo diventare qualcosa di molto evidente“.
Scegliere un abito può essere simile ad indossare un’armatura, prepararsi ad una battaglia che in molti non comprenderanno. La designer inglese ha ricordato anche il momento in cui Lady D organizzò una conferenza stampa nel 1993 annunciando il suo ritiro dalla scena pubblica. Per l’occasione indossava un prezioso abito in velluto verde petrolio, realizzato dalle mani abili di Amanda Wakeley. Quest’ultima oggi ricorda quel momento e spiega: “Quando affronti fasi delicate indossare un bel vestito può essere molto rassicurante“. E per Lady D ogni abito aveva un significato. “Utilizzava i vestiti per veicolare messaggi in modo molto potente”, ha confermato la designer. Ad oggi l’abito della vendetta non avrebbe più senso se non fosse stato così.
Tra i ricordi che custodisce con ammirazione vi è quello che riguarda un paio di pantaloncini da ciclista. “Non dimenticherò mai la prima volta che l’ho vista indossarli. Li abbinava ad un maglione di cashmere ecru con polsini di raso disegnato da me, e ho pensato che incarnasse tutto di lei. Era così chic. E sembrava molto in anticipo sui tempi“.
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