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Mattia Mingarelli: il corpo è stato spostato? Spunta un nuovo dettaglio

Il sopralluogo effettuato nella giornata di ieri 4 gennaio 2019 nella località “Ai Barchi” in Valmalenco, avrebbe fatto emergere un nuovo dettaglio sulla misteriosa morte di Mattia Mingarelli. I carabinieri di Sondrio assieme a Umberto Genovese, specialista dell’istituto di Medicina legale dell’Università degli studi di Milano e a Paolo Tricomi, medico autore dell’autopsia sul giovane, hanno ripercorso l’ultimo tragitto effettuato da Mattia. L’idea era proprio quella di valutare gli ultimi spostamenti dell’agente di commercio, prima di cadere esanime nella neve a poche centinaia di metri dal rifugio e dal luogo in cui è stato trovato il suo smartphone. Stando alle prime indiscrezioni, il sopralluogo avrebbe fatto emergere un particolare non di poco conto.

Come scritto da GiornalediLecco.it, infatti, una scarpa del trentenne sarebbe stata trovata a venti metri dal corpo. Un dettaglio molto importante che apre a diverse ipotesi. Tra tutte quella che il corpo sarebbe stato trasportato

“Si tratta di mettere insieme tutti i tasselli”

L’autopsia sul corpo di Mingarelli, ricordiamo, non ha rilevato segni di violenza. Sono emerse, però, due fratture importanti alla testa, orbitale e occipitale, che potrebbero essere compatibili con una caduta accidentale al suolo, ma anche con colpi ricevuti alla nuca da un corpo contundente. Per questo, la Procura di Sondrio continua a tenere aperta tutte le ipotesi. Quello che ora preme gli inquirenti è ricostruire, per filo e per segno, gli ultimi spostamenti di Mattia. Una ricostruzione che, però, al momento avrebbe un buco nero di almeno due/tre ore dato che la versione di Giorgio Del Zoppo, presenta più di una lacuna

A confermare che la vicenda presenta ancora molti punti oscuri è il procuratore di Sondrio Claudio Gittardi al Corriere di Como. “È una vicenda particolare, ci sono ancora diversi aspetti da chiarire“. Parlando del sopralluogo, Gittardi ha sottolineato: “Era necessario fare una ricognizione sul posto, ora che in parte è anche sgombero dalla neve. Ora si tratta di mettere insieme tutti i tasselli“.

Mattia Mingarelli, l’urlo di dolore al funerale: “Giustizia!”

Si è celebrato il 29 dicembre 2018, il funerale di Mattia Mingarelli, il 30 enne ritrovato senza vita nei boschi della ski area Palù in Valmalenco dopo che si erano perse le sue tracce dal 7 dicembre. Per l’ultimo saluto al giovane agente di commercio erano in tanti nella chiesa di Santa Maria di Loreto nella frazione di Molena, ad Albavilla (Como). Settanta i posti a sedere, ma la parrocchia si è riempita in un attimo.

All’esterno, come scrive il Corriere di Comocentinaia di persone, che con un grande senso di partecipazione, hanno dato l’ultimo saluto a Mattia. Gli obiettivi delle fotocamere sono rimasti lontani. Nel rispetto di una richiesta fatta dalla famiglia Mingarelli: papà, mamma e le due sorelle, una praticamente coetanea del giovane e l’altra di soli sedici anni. “La morte di un ragazzo di soli 30 anni è un grande dolore. Un lutto del genere può allontanare dal Signore oppure avvicinare a lui per trovare conforto” queste le parole, pronunciate durante l’omelia, da don Luigi Visentini

La celebrazione religiosa si è svolta nel massimo riserbo ma, il silenzio della funzione è stato più volte rotto da urla di dolore e dalla parola “Giustizia!” “Giustizia!“. Come riportato dal Corriere di Como, il padre del trentenne ha commosso tutti i presenti, ricordando in chiesa la straordinaria vita di suo figlio, da quando era un bimbo all’ultimo saluto. Difficile trattenere le lacrime per chi c’era.

 

 

 

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