Yara Gambirasio, testimonianza scioccante: “Massimo Bossetti è innocente. Ecco chi è stato…” [VIDEO]
Mancano poco alla sentenza della Cassazione, chiamata a pronunciarsi in merito all’omicidio di Yara Gambirasio. A Pomeriggio 5, nella puntata di ieri, 11 ottobre 2018, Barbara D’Urso è tornata a focalizzarsi sul delitto della 13enne di Brembate di Sopra. In collegamento dal campo di Chignolo d’Isola, dove fu trovato il cadavere, è stato ascoltato Carlo Infanti, autore del libro “In nome del popolo italiano“. Lo scrittore, analizzando gli atti delle indagini, ha sollevato diversi dubbi sulla responsabilità di Massimo Bossetti. Il muratore di Mapello per le Corti di primo e secondo grado è il vero assassino di Yara e per tale ragione lo hanno condannato all’ergastolo. Diverse cose però per Infanti non quadrano. L’autore ha studiato tutte le carte e nel suo libro fa anche i nomi delle altre persone che avrebbero addirittura più indizi convergenti rispetto a quelli di Massimo Bossetti.
“Ci sono delle persone – ha dichiarato Carlo Infanti – che hanno 21 indizi convergenti e concordanti e Bossetti ne ha uno solo. Una di queste persone, il 26 novembre (giorno della scomparsa di Yara Gambirasio, ndr), già sapeva della sparizione della ragazzina. Come faceva? I genitori di Yara sono andati a fare la denuncia di scomparsa alle autorità alle 21 circa e questa persona allo stesso orario, in una pizzeria distante da Brembate, affermava che Yara era sparita. Come faceva a saperlo? Perché non indagare seriamente anche su altre persone?”. Infanti ha poi dichiarato: “Secondo me a compiere l’atto omicidiario è stata una persona vicina al mondo di Yara ed è stata aiutata da altre persone. Io mi baso sugli atti”. “Quel DNA – ha concluso lo scrittore – ha diverse carenze. Io spero che la sentenza della Cassazione sia dignitosa. Credo che una sentenza debba essere priva di ogni ragionevole dubbio e se vi sono, a mio avviso, non si rispetta neanche la famiglia della vittima. Ho paura che condannino la famiglia nel dubbio. Io spero nel rinvio a giudizio“.
Yara Gambirasio, Massimo Bossetti innocente? Oltre 20 i motivi a sostegno della sua incolpevolezza
Con l’avvicinarsi della sentenza della Cassazione si riaccendono i riflettori sull’omicidio di Yara Gambirasio. Massimo Bossetti continua a professarsi innocente riguardo l’omicidio della tredicenne di Brembate di Sopra. Per i giudici di primo e secondo grado però non è così, per tali ragioni il muratore di Mapello è stato condannato all’ergastolo. I legali difensori sono convinti della sua incolpevolezza e, nei mesi scorsi, hanno presentato ricorso in Cassazione presentando i 23 motivi che ne dimostrerebbero l’innocenza. Oltre 600 sono le pagine presentate dagli avvocati Claudio Salvagni e Paolo Camporini. Il focus è la prova regina, ovvero la traccia di DNA di Ignoto 1 prelevato dal lembo degli slip di Yara Gambirasio. Per i legali questa traccia è contaminata e a dimostrazione di ciò vi è un video inedito che lo proverebbe.
Nelle carte della revisione del giudizio gli avvocati di Massimo Bossetti hanno evidenziato 23 motivi che, ad avviso degli stessi e dei periti della difesa, dimostrano l’estraneità del muratore nel delitto di Yara Gambirasio. Ruotano principalmente attorno alla traccia del DNA, ma non solo. Oggetto di dibattito sono anche i filmati che ritraggono un furgone (per la Procura si tratta di Bossetti, mentre la difesa non è concorde) e la compatibilità delle fibre dei sedili della vettura del muratore di Mapello con quelle trovate sul corpo di Yara Gambirasio. Gli avvocati difensori ritengono che, come lo stesso Bossetti afferma nella telefonata con la moglie, i giudici debbano almeno rinviare a giudizio il muratore con la richiesta coatta di nuove perizie. Il 12 ottobre scopriremo la decisione della Suprema Corte sul futuro di Massimo Bossetti, il quale attenderà la sentenza in carcere.
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