Una sconvolgente novità sembra farsi largo nell’omicidio di Yara Gambirasio: la prova regina che inchioda Massimo Bossetti è contaminata? A sostenere ciò sono stati gli avvocati difensori del muratore di Mappello ai microfoni di Quarto Grado. Gianluigi Nuzzi e Alessandra Viero, nella puntata di venerdì, si sono soffermati sul delitto della tredicenne di Brembate di Sopra, scomparsa il 26 novembre del 2010 e il cui corpo fu rinvenuto il 26 febbraio del 2011. Gli avvocati Paolo Camporini e Claudio Salvagni hanno evidenziato molti dubbi sul modo in cui hanno lavorato gli inquirenti durante il primo sopralluogo sul cadavere di Yara Gambirasio, sostenendo che la traccia genetica repertata sugli slip della ragazzina potrebbe essere stata contaminata. Si tratta della prova regina che per la Procura incastra Massimo Bossetti come assassino della 13enne. Prova evidentemente ritenuta affidabilissima dai giudici di primo e secondo grado, tanto da condannare il muratore di Mappello all’ergastolo.
Nell’arco di Quarto Grado è stato mostrato il filmato che immortala proprio gli uomini della Scientifica quel 26 febbraio del 2011. Alcuni di loro indossano la tuta bianca ma non i calzari ed altri hanno preso gli slip di Yara Gambirasio senza le pinzette. Gli avvocati difensori di Massimo Bossetti con tale video hanno voluto evidenziare il fatto che, a loro avviso, non sarebbero state applicate le procedure internazionali. Tale negligenza per i legali avrebbe inquinato il lavoro di repertazione compromettendolo. Proprio su questi punti si focalizzerà la difesa di Massimo Bossetti il 12 ottobre prossimo, giorno in cui la Cassazione sarà chiamata a decidere sulle sorti dell’uomo. La speranza dell’uomo è quella di ottenere almeno uno sconto di pena. L’avvocato Claudio Salvagni ha poi concluso: “Massimo ci crede ancora, crede nella giustizia, la sua è un’attesa drammatica, il percorso fatto finora è stato faticosissimo, è rimasto solo, ha perso i genitori, gli è rimasta solo Marita … e i figli”.
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