Trascorrere troppo tempo davanti ad uno schermo: i potenziali rischi di smartphone, tablet e pc
Quando un dispositivo elettronico può diventare "pericoloso"
Trascorrere il tempo davanti allo schermo di uno smartphone, un tablet o pc sembra essere diventata ormai un’abitudine che accomuna tutti (o quasi); la maggior parte delle persone, di qualsiasi generazione, passa, spesso, ore a fissare il proprio dispositivo elettronico alla ricerca dell’ultima news, dell’ultimo taglio di capelli in voga, dell’ultima serie in streaming imperdibile. Maria Rosaria Montemurro, psicologa clinica rivela a Le Iene: “41,1% dei fruitori utilizza il cellulare fino alle 10 ore al giorno“.
Non si tratta solo di un “attaccamento” al dispositivo, ma della possibilità di poter navigare in rete alla ricerca di qualsiasi cosa. “Le persone hanno perso il controllo sull’uso dei cellulari” afferma Tim Kendal, ex amministratore delegato di un famoso social-network. “Ci sono persone adulte che se non possono controllare Facebook per qualche ora, provano ansia. Questo crea dipendenza“.
I rischi e la dipendenza dai dispositivi connessi
I possibili rischi legati ad un eccessivo utilizzo di smartphone, tablet o pc riguardano non solo gli adulti, ma anche i bambini; a tal proposito in Italia è stata presentata una proposta di legge che prevede multe per i genitori che lasciano i figli under 12 soli con i cellulari. Come si legge sul Corriere della Sera, infatti, i possibili rischi per i più piccoli potrebbero essere: “Difficoltà di apprendimento, ritardo nello sviluppo del linguaggio, perdita della concertazione, aggressività immotivata, disturbi del sonno e dipendenza“. Alcuni esperti informatici e dei social, intervenuti nel suddetto servizio de Le Iene, hanno spiegato che la dipendenza può scaturire dalla presenza di specifici software e algoritmi che captano gli interessi dell’utente su internet e continuano ad offrirgli servizi “attraenti”, affinché il soggetto non si stacchi dallo schermo; quest’azione è definita come “personalizzazione del web“.
Paolo Dal Checco, consulente informatico forense ha affermato: “Partiamo guardando un video e ne guardiamo cinquanta“. Tuttavia, quando questo accade in maniera continua ed esasperata potrebbe causare una dipendenza patologica nell’utente. Alla continua ricerca di approvazione si potrebbe diventare “schiavi” dei propri dispositivi. Proprio per questo è importante valutare diversi campanelli d’allarme come: ansia, aggressività immotivata o istinto compulsivo di controllare il cellulare. Questo tipo di dipendenza viene paragonata a quella da droghe e alcool e, nei casi più gravi, andrebbe curata in maniera simile.
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