Sissy Trovato Mazza, parla Roberta Bruzzone: “Non si è suicidata”
Su La Nuova di Venezia la criminologa e psicologa forense Roberta Bruzzone commenta il caso di Sissy Trovato Mazza. La giovane agente di polizia penitenziaria, dopo essere stata ridotta in stato vegetativo da un misterioso colpo di pistola, non ce l’ha fatta. Il suo caso è stato inizialmente trattato come tentato suicidio ma alcuni dettagli, comprese le dichiarazioni dei familiari, hanno poi direzionato le indagini sulla pista dell’omicidio. Sissy, infatti, stava portato avanti una battaglia contro gli abusi in carcere. “In base alla mia esperienza ventennale – e di casi ne ho visti molti – non ritengo che Sissy si sia uccisa. La sua vita è stata scandagliata e il quadro psicologico di questa ragazza era lontano anche solo dalla considerazione di un gesto simile” afferma convinta la Bruzzone.
“Sotto il profilo giudiziario – continua la criminologa – siamo all’inizio di un’inchiesta neonata, dovremmo attendere diversi mesi per capire, ma è un passo avanti. La vicenda legata a Sissy e a quello che potrebbe essere il movente di un eventuale omicidio, può avere sviluppi molto importanti. L’indagine all’interno del carcere mi auguro possa portare a informazioni utili all’inchiesta. Il sospetto, posto che si tratta di ipotesi al vaglio degli investigatori e che va sempre utilizzato il condizionale, è che Sissy possa essere stata eliminata. Eliminata in quanto testimone scomoda di vicende non lineari che sarebbero accadute dentro al carcere. Non c’è garanzia, ma in base a quello che dicono famigliari, lei era entrata in collisione con delle colleghe per ciò che accadeva nel penitenziario”.
Tutti i misteri del caso
L’esperta elenca poi tutti quegli elementi che non tornano sulla vicenda: “La posizione dello sparo, anomala per un suicidio; la scelta del luogo dove suicidarsi, altrettanto anomala; l’estemporaneità del gesto, sufficientemente sospetta. E poi circostanze da vagliare: il Pc della donna; lo smartphone nell’armadietto; l’indagine di tipo genetico da eseguire sull’arma per capire se l’ha impugnata o meno. Una volta in mano questi elementi, si saprà di più”.
Sul profilo di Sissy, infine, l’esperta non ha dubbi: “La sua vita è stata rivoltata come un calzino ed elementi che facciano ipotizzare una scelta finale ed estrema non ne sono emersi. Era giovane, brillante, voleva far carriera, aveva una vita famigliare ed affettiva serena, un carattere energico: non vedo quadro suicidario. Inoltre nei suicidi degli operatori di polizia la scelta del luogo è il biglietto di addio, ci si investe molto per mandare un messaggio: in questo caso nulla di ciò emerge. Il luogo non ha nulla a che fare con lei né con la sua vita professionale e affettiva“.
Sissy Trovato Mazza, trovate tracce biologiche sulla sua pistola
Come scrive Lacnews24, sarebbero state rinvenute tracce biologiche sull’arma. Al momento non si sa se queste tracce appartengano alla donna oppure a qualcun altro ed è per questo che occorre effettuare altre analisi. Ma non è detto comunque che gli accertamenti diano una risposta certa e sicura visto che gli eventuali materiali rinvenuti risalgono ad oltre due anni fa, ossia quando è accaduto il fatto. Vero è che gli accertamenti disposti dagli inquirenti veneti arrivano con grande ritardo. In un primo momento la Procura di Venezia, infatti, aveva ipotizzato che Sissy si fosse suicidata arrivando chiedere l’archiviazione del caso.