I cinque episodi conclusivi de La Casa di Carta sono ormai vicini al debutto. La serie Netflix, nata dalla mente di Álex Pina, infatti, chiuderà definitivamente il prossimo venerdì 3 dicembre. Per promuovere la seconda parte della quinta stagione, dunque, gli interpreti dello show hanno aderito a diversi eventi, toccando ultimamente anche l’Italia. In particolare, hanno fatto tappa a Roma Pedro Alonso (Berlino), Belén Cuesta (Manila) e Enrique Arce (Arturo). Ospiti nel programma radiofonico condotto su Radio Deejay da Il Trio Medusa, hanno presentato le puntate conclusive, parlando del successo dello show. Ma non solo. Pare infatti che il celebre interprete di Arturito abbia avuto da ridire su un altro pilastro targato Netflix, ad oggi considerato la serie dei record, ovvero Squid Game.
Un vero e proprio scontro tra titani quello che ha avuto luogo davanti i microfoni di Radio Deejay. A rendersene protagonista è l’amato Enrique Arce, interprete dell’odiato Arturo (o Arturito). L’interprete, che ha giustificato il successo della serie spagnola in termini di un mix ben riuscito diversi generi (dalla telenovela all’heist americano), ha poi tirato in ballo Squid Game. E non nel migliore dei modi. Arce ha difatti ragionato sul risalto mediatico che ha riscontrato la serie sud-coreana, che ha spostato il focus dell’attenzione, nello stesso modo in cui La Casa di Carta anni prima aveva fatto, spodestando i kolossal americani.
Apparentemente entrambe le serie sembrano muoversi lungo un medesimo filo conduttore rivoluzionario, tuttavia Arturito ne ha tracciato sostanziali differenze. “Sono convinto che Squid Game e La Casa di Carta siano l’uno l’opposto dell’altra.” – ha difatti ammesso l’attore spagnolo, proseguendo – “La nostra racconta la lotta contro il sistema mentre l’altra è una battaglia per la sopravvivenza, per il denaro e il potere, di persone pronte a perdere la vita per ottenere un premio. Se la nostra è una serie di sinistra, quell’altra è invece secondo me totalmente fascista.” Se la serie spagnola, che ha fatto di Bella Ciao un leitmotiv, racconta dunque la ribellione verso il sistema corrotto da parte degli oppressi, lo show sud-coreano mostra invece gli oppressi in lotta fra di loro, secondo il volere dei “piani alti”.
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