Non si tratta di una ricorrenza dalle origini arcaiche, ma piuttosto del frutto della moderna era digitale; la Giornata mondiale delle Emoji nasce, infatti, nel 2014. Questo giorno è stato pensato per celebrare l’invenzione delle immagini digitali (faccine e non solo) che oggi vengono utilizzate in tutto il mondo per ‘potenziare’ i messaggi online. Un modo per ‘caratterizzare‘ le parole, rivestirle di emozioni e toni che la ‘semplice’ lingua scritta non sempre è in grado di fare.
Una premessa di base prevede una distinzione tra emoticon ed emoji; mentre le prime si ottengono dalla combinazione tra segni di punteggiatura, le seconde non nascono dalla digitazione di caratteri della tastiera, ma sono immagini già pronte. Le emoji, infatti, non sono solo ‘faccine’ ma animali, oggetti, azioni e persino concetti.
Le emoji sono nate in Giappone tra il 1998 e il 1999 dall’idea del designer Shigetaka Kurita che lavorava ad una piattaforma web per telefoni cellulari; l’obiettivo era quello di arricchire le mail, rispetto ad un sistema che prevedeva solo 250 caratteri. Alla luce di questo, Kurita tradusse 176 concetti in immagini ispirandosi ai pittogrammi, i segni grafici utilizzati in Giappone. Il successo di questi caratteri speciali ha superato, oggi, i confini del Giappone diffondendosi in tutto il mondo e in diversi sistemi di messagistica online.
Ad ideare la Giornata Mondiale delle Emoji o World Emoji Day è Jeremy Burge, storico delle emoji e designer australiano che nel 2013 ha fondato Emojipedia, un sito web che raccoglie informazioni aggiornate sulle immagini, sui loro significati e sugli utilizzi correnti. La scelta del 17 luglio come data ufficiale per la ricorrenza deriva dall’emoji del calendario dove si legge esattamente ’17 July’. Apparentemente divertenti e buffe, le emoji sono in qualche modo lo specchio della realtà e spesso della società attuale; non a caso nel 2020 (anno dell’avvento della Pandemia mondiale) la faccina più utilizzata nel mondo è stata quella della mascherina. Per concludere, è utile precisare che, prima di entrare in circolazione, le emoji vengono approvate da un ramo dell’Unicode Consortium; l’obiettivo dell’ente non-profit è quello di standardizzare i sistemi di scrittura digitale e renderli uniformi a criteri comuni nel mondo.
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