C’era una volta Lady Diana Spencer. L’indimenticata principessa del Galles rivive nelle strade di Milano, immortalata nella campagna dello street artist AleXsandro Palombo. Una donna coraggiosa, pronta a tutto per ottenere la sua libertà, senza il bisogno di un uomo che la salvi. E, soprattutto, una donna come tante, con il suo bagaglio di problemi e dolore. È così che AleXsandro ha scelto di rappresentarla, portando avanti l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sugli stereotipi che ogni giorno il genere femminile è costretto a subire. A primo impatto, Diana appare come una protagonista delle fiabe Disney, con la tiara che le arricchisce e biondi capelli e circondata da uccellini e scoiattoli. Ma il suo sguardo non mostra felicità. AleXsandro Palombo ha scelto di mostrare Lady Diana in scene decisamente lontane da come è sempre apparsa nella scena pubblica.
Lady Diana, la principessa in cerca della sua libertà. E senza principe azzurro
In un’opera, la principessa compare a braccetto del marito Carlo, di cui però si vede solo la sagoma nera. Ad accompagnare il disegno, la scritta “Prince Charming doesn’t exist”, ovvero “Il principe azzurro non esiste”, a testimonianza del rapporto burrascoso fra i coniugi, prima della loro separazione avvenuta nel 1992. Lo stesso slogan appare in un altra opera, nella quale Diana, a seno nudo come le Femen, viene portata via in arresto. Ma forse il disegno che colpisce di più è quello che mostra Diana china su un water, osservata dagli animaletti del bosco e con al suo fianco dei dolcetti. “Hungry for love”, si legge, cioè “Affamata d’amore”, quell’amore che la principessa ha cercato di ottenere dalla famiglia reale inglese e dal marito, ma che ha trovato nei suoi sudditi e nelle persone di tutto il mondo. Il disegno ricorda inoltre la bulimia, il problema alimentare di cui Diana ha sofferto per anni. “Per contrastare i mali del nostro tempo bisogna educare alla verità” ha commentato l’artista Palombo. E Lady Diana, con il suo spirito libero, ricco di sfaccettature e di voglia di emancipazione, incarna a pieno questa frase.
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