Maurizio Costanzo sbotta contro Flavio Briatore: “Attento quando parli”

Il Coronavirus ha messo in ginocchio il mondo intero. Da quasi due mesi ormai, sull’emergenza sanitaria si è detto di tutto ed il contrario. E c’è chi ad oggi, dopo solo pochi giorni dall’inizio della Fase Due, vorrebbe che si facessero ulteriori passi in avanti. Nell’ultimo periodo, Flavio Briatore ha pubblicamente fatto una richiesta alquanto discutibile per molti.

Il noto imprenditore ha chiesto di riaprire le discoteche; una delle attività purtroppo più colpite dalla pandemia. Ma l’appello reso pubblico da Flavio Briatore, ha dato molto fastidio a Maurizio Costanzo, il quale, tramite la rubrica che cura da anni su ‘Nuovo Tv’, ha dichiarato senza freni la sua opinione.

Lo sfogo

Il noto giornalista, sollecitato da una sua lettrice ha sottolineato che certe volte è meglio tacere. Il Coronavirus è la pandemia che nessuno si aspettava di vivere. Nonostante siano trascorsi quasi due mesi dall’inizio della quarantena, sembra di vivere ancora in un mondo surreale. Il Covid-19 ha indubbiamente spezzato vite, ma anche danneggiato l’economia. Una realtà, questa, che preoccupa molto gli italiani. Ed ecco che, l’ex marito di Elisabetta Gregoraci ha pubblicamente fatto una richiesta; bacchettato poi dal giornalista Maurizio Costanzo.

“Se non riapriamo le discoteche la gente troverà un altro modo per divertirsi. Andranno nelle case degli altri, si ubriacheranno, si lasceranno infettare e si infetteranno, infettando poi i loro parenti una volta tornati nelle loro abitazioni.”

Un appello, una richiesta, fatta dall’imprenditore poco tempo fa, ma che ha visibilmente dato fastidio al noto giornalista il quale ha replicato dicendo:

“Penso che Briatore dovrebbe stare più attento quando parla di argomenti così delicati. Capisco le sue esigenze, dal punto di vista imprenditoriale: lui, come tanti altri suoi colleghi, sta patendo perdite economiche a causa del blocco imposto dal governo. Però trovo che sia rischioso riaprire proprio le discoteche perché sono luoghi di aggregazione nei quali la vicinanza tra le persone è tutto. […] Insomma, lasciamo perdere!”