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Sant’Andrea, la notte dei lupi e degli spiriti: tutti i misteri

In tutto il mondo si celebra la festa di Sant’Andrea, con la notte dei lupi e la notte degli spiriti. Ecco tutti le leggende e i misteri legati al santo.

Sant’Andrea e la notte dei lupi: leggende dalla Romania

Il 30 novembre la Chiesa cristiana celebra la festività di Sant’Andrea, il cui culto ha una valenza particolare in Romania e nelle regioni del Nord Europa, prima fra tutte la Scozia, che usa come simbolo della sua bandiera proprio la croce del santo.

Sant’Andrea è considerato il patrono dei pescatori, dei macellai, e dei cordai, ma attorno alla sua figura si raccolgono tantissime leggende e misteri, in un mix unico di religiosità e riti pagani.

In Romania, ad esempio, si crede che la notte tra il 29 e il 30 novembre sia la notte dei lupi e degli spiriti. Prima che il giorno fosse dedicato al santo, infatti, i Daci, antico popolo della Romania, festeggiavano in questo giorno la festa pagana dedicata al lupo, animale per loro sacro. Secondo la credenza popolare, si crede che in questo giorno, dunque, il santo raccolga tutti i lupi e gli fornisca le provviste per sopravvivere all’inverno. 

Si crede anche che, durante la notte dei lupi, questi animali parlino tra loro una lingua universale che può essere compresa anche dall’uomo. La persona che, però, ne avrà udito i discorsi, perderà per sempre l’udito!

La notte degli spiriti e i misteri legati alla festa

Sempre in Romania, la notte tra il 29 e il 30 novembre è ricordata anche come la Notte degli spiritistrigoi. In questo senso la festa di Sant’Andrea somiglia ad una sorta di Halloween antico, e la credenza popolare tramanda che in questa occasione i morti abbandonino le tombe per vagare sulla terra.

La leggenda tramanda che nella notte i morti viventi attacchino gli uomini, deturpino la bellezza delle fanciulle e bevano il sangue come dei vampiri. Per allontanare questi spiriti gli abitanti cospargono di aglio le porte e le finestre delle abitazioni.

La rivelazione del futuro sposo

Sempre nella notte di Sant’Andrea si svolgerebbe un altro rito pagano, legato alle donne e al loro futuro matrimonio. Le fanciulle, infatti, devono guardare il fondo di un pozzo alla luce delle candele e li vedranno il loro futuro marito.

Un’altra leggendaria tradizione suggerisce di riporre 41 semi di mela (o mezza mela) sotto il cuscino e di rivolgere una preghiera a sant’Andrea, che in sogno mostrerà il volto del futuro marito.

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Roberta Gerboni

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Siciliana, vive a Roma. Appassionata di scrittura e giornalismo fin da giovane, inizia il proprio percorso in redazione a 17 anni, occupandosi di cultura e attualità. Per tre anni redattore del Corriere di Gela, si è dedicata alla redazione di articoli per varie testate online.
Laurea Magistrale con Lode in Lettere Classiche all' Università degli Studi di Siena, dopo aver conseguito la laurea triennale in Lettere a Catania.
Appassionata di salute, bellezza e delle vite dei reali di tutto il mondo.

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