E’ dunque stato Rosario Fiorello a battezzare il ritorno in onda di Raffaella Carrà. Nel corso del primo episodio di A Raccontare Comincia Tu, il dj, intrattenitore e presentatore televisivo siciliano ha ripercorso in compagnia della collega la propria carriera, dagli inizi al successo, citando le tappe più importanti del percorso. Come la Carrà, così anche Fiorello ha avuto modo di motivare uno dei grandi interrogativi del suo percorso. L‘antipatia di Fiorello nei confronti del Festival di Sanremo è infatti cosa nota, e in più occasioni lo ha portato a rifiutarne la conduzione. Non ultima, l’edizione presente avrebbe dovuto aprirsi con una sua comparsa, apparizione poi rifiutata: ad oggi, l’ospitata per Claudio Baglioni due anni fa rappresenta una delle sua pochissime apparizioni all’Ariston.
La morte del padre, il ricordo del trauma: Fiorello racconta a Raffaella Carrà la sua difficoltà a prendere parte al Festival
Di fronte alla Carrà (altra nota “immune” alla febbre di Sanremo), Fiorello ha raccontato le sensazioni personali che il mondo della kermesse continua a suscitargli. In particolare, per il presentatore il Festival sarebbe indissolubilmente legato ad una brutta esperienza di inizio carriera. Allora, il giovanissimo Fiorello era stato invitato per la prima volta. Appena arrivato in Liguria per prendere parte all’evento, venne però a sapere della morte del padre, scomparso all’improvviso e senza alcun segnale premonitore. L’esperienza sanremese si trasformò dunque in un momento tragico e surreale, con il giovane Fiorello bloccato lì nel periodo esatto della morte del padre. Riuscito a liberarsi, sarebbe tornato solamente per il funerale. Questo il motivo per cui al presentatore Sanremo continui a rappresentare un momento di tristezza. Momento parzialmente superato solo all’arrivo di Claudio Baglioni nel dietro le quinte.
Fiorello contro Carlo Conti e i David di Donatello
Fiorello offende Carlo Conti commentando i David di Donatello 2019. La gaffe non è passata inosservata, visto che l’intrattenitore è andato giù pesante commentando la cerimonia condotta da Conti su Rai 1. Fiorello non ha gradito quanto visto in tv ma ovviamente non ha certo attribuito tutta la colpa al presentatore. A suo avviso, però, bisognerebbe seriamente mettere in discussione l’idea stessa di cinema che c’è alla base. Basti pensare che ha definito la serata dei David di Donatello come “una passerella di premi senza spettacolo, una roba che non merita la prima serata su Rai 1”. Teatro della polemica, prevedibilmente, sono stati i social. Fiorello ha realizzato una Story severa e pungente, che probabilmente non sarà piaciuta alla dirigenza Rai.
Oltre alla mancanza di spettacolo e all’abbondanza di auto-referenzialismo, Fiorello si è lamentato dei film che di fatto vengono premiati ogni anno. Pellicole pesanti, oltremodo seriose, impegnate ad ogni costo. Mai una commedia, mai un film nazional popolare. “A parte il momento di Muccino, che era dedicato al pubblico che va a vedere questi film, io francamente a parte Dogman, Loro, e quello di Guadagnino gli altri film non li conoscevo, non ne avevo mai sentito parlare. Un po’ se la cantano e se la suonano. C’erano cinquine di film che erano disgrazie, cinque argomenti pesanti, come se la commedia – noi che eravamo la patria della commedia – non esistesse per questo tipo di premi”, ha detto.
C’è stato spazio, infine, per una stoccata conclusiva: “Per loro il pubblico non esiste, si fanno una bella festa e si premiano a vicenda. È stato tutto di una tristezza infinita. Tra le inquadrature fatte al pubblico ad un certo punto vedo Nanni Moretti. (…) Nanni Moretti non ci va a fare quello che sta lì a dire ‘vediamo se vinco io’. Deve essere certo della vittoria. È un mio pensiero”. Chissà come l’avrà presa Carlo Conti. Per quanto non chiamato in causa in modo diretto, di fatto è stato lui a condurre questo show così ‘triste’ e ‘noioso’. Non proprio gratificante, quindi…