Lo scandalo sessuale tocca Joe Bastianich: scarica uno chef
Joe Bastianich colpito dal #MeToo, il movimento nato per dare voce alle donne che subiscono molestie. Lo scandalo non riguarda personalmente il giudice di MasterChef bensì il suo socio, lo chef stellato Mario Batali. Quest’ultimo non ha capi d’accusa pendenti ma è stato accusato da più fronti e stava danneggiando l’impero Bastianich. Molte società gestite dalla coppia Batali-Bastianich sono improvvisamente andate in perdita: si è verificato un crollo delle prenotazioni e la chiusura di alcuni locali. Insomma, le cose non potevano certo andare avanti in questo modo dopo che lo chef era stato accusato di molestie e aggressioni sessuali da parte di diverse donne. Così, la decisione di prendere le distanze.
Mario Batali liquidato
“(Mario Batali) non trarrà più alcun vantaggio dai ristoranti in nessuna maniera, forma o circostanza”, questo il testo scritto dalla famiglia Bastianich per scaricare definitivamente lo chef. Dopo aver rilevato le quote di Batali, sarà Tanja Bastianich Manuali (sorella di Joe e figlia di Lidia, due guru in fatto di cucina made in Italy e business negli Stati Uniti) a guidare una nuova società – ancora senza nome – che rimpiazzerà il Batali&Bastianich Hospitality Group e continuerà ovviamente a gestire i 16 ristoranti della grande azienda.
Le accuse allo chef
A pesare contro lo chef Mario Batali ci sono accuse risalenti a dicembre 2017. Alcuni giornali, tra cui il New York Times, hanno raccolto le storie di alcune ex dipendenti. Le donne molestate dovrebbero essere 3, sebbene nessuna abbia voluto rivelare la propria identità per paura di ritorsioni. La posizione di Bastianich è controversa. Lui stesso ha ammesso di aver sottovalutato il problema: non ha mai assistito a vere e proprie molestie ma ha sentito dialoghi inappropriati tra lo chef e i dipendenti. “Lo criticai per questo ma avrei dovuto fare di più. Mi dispiace profondamente“, ha dichiarato. Non manca però chi punta il dito anche contro il giudice di MasteChef in quanto notoriamente promotore di ‘una cultura sessista e disinvolta’ (si legge sulla stampa estera), che permette al personale maschile di minare la serenità di quello femminile. Inoltre, secondo molti, ‘non poteva non sapere’.