Sissy Trovato Mazza è deceduta lo scorso 12 gennaio dopo una lunga agonia. A seguito di una grave infezione che ha complicato il quadro clinico già piuttosto delicato, la giovane agente di polizia non ce l’ha fatta. Il suo caso è stato inizialmente trattato come tentato suicidio ma, alcuni dettagli hanno poi direzionato le indagini sulla pista dell’omicidio. Prima di venire colpita da quel proiettile, la 28enne stava portando avanti una vera e propria battaglia contro gli abusi in carcere. Nella puntata di ieri, la trasmissione La Vita in Diretta è tornata ad occuparsi della vicenda. “Sissy era una viaggiatrice, una sognatrice. Era altruista e buona, amante degli animali. Era tante cose, cose tutte belle” dice la sorella ai microfoni di Rai 1. Un bel ricordo che l’agente di polizia penitenziaria ha lasciato a tutte le persone che la conoscevano.
“Sissy una persona rara”
“Era apprezzata per quello che faceva e come si comportava“. Parlando della sorella e di quello che le è successo si è inevitabilmente commossa: “Ora tutto è cambiato, non si sa cosa è successo, questa è la cosa più brutta“. Sul suo volto però torna il sorriso nel ricordo delle qualità di Sissy: “Era preziosa, una persona rara“. Neppure la sorella crede alla tesi del suicidio e si aspetta risposte dalla magistratura. Di recente è spuntata una lettera segreta, scritta dalla 28enne poco prima di essere colpita da quel misterioso proiettile. “Noi abbiamo sempre cercato la verità. Ci sono cose molto importanti che abbiamo mostrato alla magistratura”, ha dichiarato il padre della giovane a La Vita in Diretta. “Non so cosa sia successo a mia figlia – continua l’uomo -. Sicuramente in quell’ascensore era andata per chiarire qualcosa con qualcuno. Per noi è assurdo che sia andata lì per suicidarsi, non ne aveva motivo“.
Il padre sapeva che la figlia aveva scoperto qualcosa del suo luogo di lavoro. “Io le dicevo di farsi i fatti suoi, lei diceva che non poteva ignorare. Perché nessuno ci vuole vedere chiaro? Quale mano sta nascondendo tutto?“. Ma il padre di Sissy può contare sul supporto del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede: “Di fronte ad un padre che ha subito una tragedia del genere, il minimo che posso fare è dargli un abbraccio per dirgli che lo Stato è fatto di persone. Io sono pronto ad affrontare tutti i terreni, anche se sono scivolosi. Io chiedo sempre di verificare le segnalazioni. Lavoriamo affinché la giustizia funzioni bene e sia credibile”. Una vicinanza che ha rincuorato la famiglia: “Questo ministro mi sta vicino. Sono sicuro che arriveremo alla verità”. Intanto si attendono risposte dagli esami: risposte certe arriveranno a febbraio.
Gli abusi denunciati da Sissy
Sissy Trovato Mazza, prima di quella tragica mattina, aveva raccontato ai familiari ed alcuni amici ciò che aveva scoperto nel carcere dove prestava servizio. La ragazza, precisa e corretta nel lavoro, aveva visto come, tramite la lavanderia, entrasse all’interno della struttura carceraria della droga. La giovane aveva inoltre scoperto che alcune guardie penitenziarie avevano delle relazioni intime con le detenute. Cose illecite che mai dovrebbero accadere tra quelle mura. Proprio sulla base di ciò, chi conosce Sissy, sostiene che la ragazza sia stata messa a tacere per quanto aveva scoperto.