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Delitto di Perugia, Amanda Knox sarà risarcita: ecco perché

Amanda Knox sarà risarcita con 10.800 euro più 8 mila euro di spese processuali. E’ quanto deciso dalla Corte europea dei Diritti umani (Cedu) per violazione dei diritti della difesa nei confronti della cittadina statunitense imputata e alla fine assolta per l’omicidio della britannica Meredith Kercher, avvenuto a Perugia nel 2007. La violazione si sarebbe avuta, in particolare, durante l’interrogatorio della Knox del 6 novembre 2017. Questo si sarebbe svolto, infatti, in assenza di legali e di interpreti.

Il governo italiano, secondo la Corte, non ha “fornito prove per dimostrare che esistessero circostanze eccezionali per giustificare tale assenza, e questa non abbia irrimediabilmente minato l’equità dell’intera procedura”. Il diritto alla difesa è stato violato. Violato perché l’interprete presente, per sua stessa ammissione, ha giocato un ruolo che è andato oltre i limiti dell’interpretazione. La Corte non ha invece rilevato alcuna prova che confermi i maltrattamenti da parte della polizia durante lo stesso interrogatorio. Fatti, questi, denunciati dalla giovane statunitense, che all’epoca aveva 20 anni. 

“Provo rabbia nei confronti del pm e di molti giornalisti”

Recentemente Amanda era tornata a far parlare di sé con un’intervista esclusiva al settimanale Oggi. L’americana si era sfogata raccontando la sua esperienza durante il processo per l’omicidio di Meredith Kercher: “Sono stata screditata attraverso quegli stereotipi sessisti che dividono le donne in normali e pervertite, in vergini e puttane… Non avevo realizzato che il dipingermi come Foxy Knoxy fosse un argomento fortissimo, perché rappresentava le paure e le fantasie della gente”.

La giovane di Seattle si era raccontata a cuore aperto nella lunga intervista: “Io provo rabbia nei confronti del pm Giuliano Mignini e di molti giornalisti, ma tengo sempre a mente che sono persone, persone vere, che sono imperfette e che fanno degli errori… A Mignini direi: “Hai sbagliato su di me. Non puoi farci nulla ora, ma te ne puoi ricordare quando giudicherai qualcun altro: sei fallibile, puoi sbagliare. Hai pensato di aver visto il peggio di me, ma è vero il contrario: sono io che ho visto il peggio di te“.

Delitto di Perugia: la ricostruzione

Sono passati 11 anni da quando, Meredith Kercher venne uccisa nella casa di via della Pergola a Perugia. Era il 1° novembre 2007. La studentessa inglese, in Italia con il programma Erasmus, viveva lì con le sue coinquiline da poco più di un mese. Accoltellata alla gola, coperta con un piumone, alla ragazza vennero rubate carte di credito, telefoni cellulari e 300 euro nella borsetta. La porta della camera da letto dove si consumò il delitto, chiusa a chiave, venne aperta solo il giorno successivo. Il caso fu al centro di una complessa vicenda giudiziaria che si concluse con la condanna a 16 anni di Rudy Guede e la definitiva assoluzione di Amanda Knox e Raffaele Sollecito.

Per la sentenza del 2009, il delitto avvenne tra le 23 e le 2 di notte (fissando le 23:15 come ora più probabile). Mentre secondo la ricostruzione della difesa, accolta dalla prima sentenza d’appello (2011), la morte sarebbe invece da collocare preferibilmente intorno alle 22:15. Secondo la sentenza del 2014, il delitto avvenne tra le 22:30 e le 23:30 circa: risulterà determinante la circostanza, in quanto potrà rendere valido l’alibi della presenza al computer di Sollecito e la presenza dei due giovani (da essi però negata) in piazza Grimana durante l’omicidio (secondo le sentenze di condanna, tra le 21:30 e le 23:30).

Pur essendo la piazza molto vicina, la sentenza di condanna del 2014 finì per favorire la tesi innocentista, in quanto, eliminando il riferimento alla mezzanotte e alle 2 di notte, rendeva difficile la consumazione dell’omicidio, che sarebbe stato effettuato in una manciata di minuti.

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