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Yara Gambirasio: ecco il documento che rivela il suo assassino

Un documento rivela i tratti del carattere più nascosti dell’assassino di Yara Gambirasio. Per la giustizia italiana non ci sono dubbi: è stato Massimo Bossetti, quella maledetta sera del 26 novembre 2010, ad uccidere la ginnasta di Brembate.  La Cassazione ha rilevato la piena coincidenza tra il profilo genetico catalogato come “Ignoto 1“, rinvenuto sulle mutandine della 13enne, e quelle del muratore di Mapello. Quest’ultimo, nonostante i tre gradi di giudizio, continua a dichiararsi innocente. Ma cosa rivela la scrittura di Bossetti? Facendo riferimento ad una lettera inviata dall’uomo, qualche tempo fa, al giornalista di News Mediaset Enrico Fedocci, l’esperta Evi Crotti ha effettuato un’analisi per Il Giornale.

L’analisi dell’esperta

Caro Enrico, fai giungere a tutti la voce di un innocente condannato al carcere a vita senza MAI potersi difendere. Questa non è una cosa da paese civile. Io sono INNOCENTE e lo griderò finché avrò vocequeste le poche righe scritte dal 48enne, analizzate dalla grafologa. Dalla grafia del carpentiere bergamasco, a detta dell’esperta, sembrerebbe emergere un notevole narcisismo. Narcisismo accompagnato da una cura eccessiva della propria immagine e un atteggiamento “accalappiante”. Queste due caratteristiche avrebbero condizionato la parte emotivo-affettiva, creando in lui ambivalenza di sentimenti. Questo vuol dire che egli passa con grande facilità da sentimenti di freddezza razionale ad atri di “sdolcinatura accaparrante”. Questo per ottenere comprensione e sedurre l’interlocutore col suo modo di fare.

Secondo la Crotti, la scrittura di Bossetti ci permette di affermare che ci troviamo di fronte ad un personaggio indefinibile e contorto, che non è riuscito a conciliare le forti pulsioni emozionali con un adeguato controllo consapevole. Ciò è sicuramente alla base di un carattere borderline vale a dire ai limiti della patologia caratteriale. Anche la morfopsicologia ci suggerisce alcune analogie con l’interpretazione grafologica, specie relativamente alla componente narcisistica come viene espressa dal volto e dalle movenze del corpo.

Cassazione: il Dna sugli indumenti di Yara è quello di Massimo Bossetti

La Cassazione ha rilevato la piena coincidenza tra il profilo genetico catalogato come “Ignoto 1“, rinvenuto sulle mutandine della ginnasta, e quelle del muratore di Mapello. L’evidenza scientifica, frutto di “numerose e varie analisi biologiche effettuate da diversi laboratori”, ha “valore di prova piena“. “La probabilità di individuare un altro soggetto con lo stesso profilo genotipico equivale a un soggetto ogni 3.700 miliardi di miliardi di miliardi di individui“. 

In 155 pagine i giudici della Suprema Corte rispondono ai venti motivi di ricorso della difesa. Quest’ultima sollevava diverse obiezioni, contestando la prova del Dna, la “catena di custodia” e i kit utilizzati. La Cassazione biasima i “reiterati tentativi di mistificazione degli elementi di fatto”, “amplificate da improprie pubbliche sintetizzazioni”. I giudici – si legge nella sentenza – hanno correttamente affermato che il profilo genetico è stato confermato da ben 24 marcatori, evidenziando a maggiore tutela dell’imputato, che la certezza dell’identificazione è particolarmente solida”, in quanto le linee guida scientifiche individuano un soggetto “con l’identità di soli 15 marcatori”.

Nelle motivazioni, i giudici hanno anche negato categoricamente l’ipotesi del complotto e della contaminazione, definendola come “illogica” e “fantasiosa“. “Visto che la difesa ha utilizzato l’argomento anche in sede extra processuale – si legge nella sentenza -, è bene chiarire che la genericissima ipotesi della creazione in laboratorio del Dna dell’imputato, oltre ad appartenere alla schiera delle idee fantasiose prive di qualsiasi supporto scientifico e aggancio con la realtà, è manifestamente illogica“.

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