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Domenica In, Mara Venier tenta il colpaccio con Claudia Cardinale

Domenica In, Mara Venier tornerà domenica 2 dicembre con un’altra puntata del contenitore domenicale di Rai 1. La conduttrice, dopo la super ospitata dell’amico e grande artista Renato Zero, tenta di nuovo il colpaccio con i nuovi ospiti. In studio infatti saranno intervistati: Claudia Cardinale, Amanda Lear, Isabella Rossellini e Stefania Sandrelli.

L’attrice Claudia Cardinale ha da poco ricevuto l’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce della Repubblica italiana, conferitale dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Sarà lei la protagonista di una lunga intervista, ricordando gli esordi e i successi ottenuti.

Anche la showgirl Amanda Lear sarà ospite di Domenica In, dopo di lei anche Isabella Rossellini e Stefania Sandrelli. Da poco scomparso l’ultimo maestro del Novecento cinematografico italiano, Bernardo Bertolucci, Mara Venier lo ricorderà grazie alla Sandrelli, con la quale il regista aveva un legame davvero speciale.

Domenica In, Renato Zero parla a Mara Venier del matrimonio e del figlio adottivo

Un simpaticissimo Renato Zero è stato ospite del salotto bianco di Mara Veniernell’ultima puntata di Domenica In (andata in onda domenica 25 novembre). Senza freni e peli sulla lingua e con la semplicità dei grandi artisti, Renato Zero si è raccontato a tutto tondo, rivelando all’amica di lunga data anche dettagli della sua vita privata che non aveva mai esplicitato in precedenza.  I due sembrano molto complici, così tra una battuta, una gaffe e qualche probelma tecnico in studio (che fa indispettire la condutrice) Mara e Renato snocciolano tanti avvenimenti della vita professionale e privata del cantante: si parla degli esordi da ancora minorenne, del rapporto con il padre e di una storica fidanzata del Sorcino, la popolare Lucy, con la quale il cantante sembra dovesse convolare a nozze. Poi si parla del figlio adottivo e si assiste all’entrata a sorpresa dell-amico e collaboratore del cantante, Vincenzo Incenzo.

Domenica In: Renato Zero parla degli inizi della carriera e della sua fidanzata storica

Mara Venier chiede a Renato Zero, protagonista di una esilarante intervista a Domenica In, degli inzi della sua brillante carriera nella musica, che risponde: “Da dove è partito tutto? Dal distintivo di mio padre che era un poliziotto, non amavo la divisa perché mi sottraeva mio padre e questo mi feriva tantissimo. Con i miei lustrini ho reso giustizia a un uomo che poteva diventare un gran bravo tenore, ma la vita lo ha costretto a fare delle scelte. Aveva 4 figli. Il carrettone mi si beveva, faceva delle retate e incontravo mio padre sempre al commissariato. Mi diceva ‘ancora qui?’, era una roba umiliante. Diceva con orgoglio ai colleghi che ero suo figlio e quelli si guardavano come a dire ‘certo le disgrazie non vengono mai da sole’. Poi c’è stato il riscatto perché io improvvisamente sono diventato Renato Zero, i colleghi andavano da mio padre a chiedergli i biglietti e lui con orgoglio sventolava il suo biglietto pagato”.

“Allora i dischi erano una forma alta di identificazione – continua a raccontare il cantante – e un traguardo molto ambito, significava raggiungere una certa cifra”. A questo punto interviene la Venier, che curiosa domanda: “E’ vero che volevano un altro Gianni Morandi? Ti sei ribellato?”, “Io??? Ho tirato fuori tutte le piume di struzzo che avevo, rimediavo boa, cose strane. Non accettavo queste imposizioni” – risponde Renato Zero, che ricorda anche quando l’allora fidanzata Lucy vendeva le cassette fuori ai posti dove cantava arrangiandosi da solo: “Era una vendita quasi carbonara. Gli inizi non sono stati facili”.

L’amore con Lucy

A questo punto la signora della domenica si fionda sulla questione e tocca l’argomento “Lucy”, fidanzata del passato di Renato Zero, che rivela:  “Non ho mai pensato di sposarmi. Non sono cliente di nessuna bomboniera e di nessun confetto. Sono sposato con il pubblico. Ho avuto una famiglia numerosa meravigliosamente presente, vivevamo in 10 nella stessa casa e ogni volta che uscivo di casa con il boa di struzzo mi facevo il segno della croce e pregavo di non tornare con i cerotti. C’era una sorta di tiro al segno, verbale e alcune volte fisico. Come reagivo? Tornavo indietro e chiedevo ,ma ti ho fatto qualcosa di male?’. Quest’atteggiamento mi fruttò la solidarietà della borgata”.

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