Detto da loro

Franca Leosini si confessa sulla condanna di Sabrina e Cosima: “Non era un crimine da ergastolo”

Dopo il successo delle prime due puntate di Storie Maledette sul giallo di Avetrana, con annesse polemiche, per la prima volta la giornalista Franca Leosini si espone esprimendo la sua opinione sull’omicidio di Sarah Scazzi e sulla condanna di Sabrina Misseri e Cosima Serrano.

In molti attendevano il ritorno di Franca Leosini con il suo programma cult Storie Maledette. Le prime due puntate, focalizzate sul delitto di Avetrana, andate in onda l’11 e il 18 marzo scorso, sono state un vero e proprio grande successo, anche se le critiche non sono mancate. Per prima a puntare il dito contro la nota trasmissione è stata proprio la mamma di Sarah Scazzi, la 15enne di Avetrana uccisa per la Corte dalla cugina Sabrina Misseri e dalla zia Cosima Serrano, entrambe condannate in via definitiva all’ergastolo.

Anche la criminologa Roberta Bruzzone, ex consulente della difesa di Michele Misseri, zio della piccola Sarah, ha puntato il dito contro la conduttrice del noto programma, la quale ha però prontamente risposto. Nulla sembra quindi scalfire la giornalista Franca Leosini che da 24 anni si occupa con Storie Maledette di intervistate i colpevoli dei noti casi di cronaca nera italiana, così da comprendere il lato oscuro che si cela dietro ciascuno di noi e che delle volte porta a compiere gesti estremi.

In una intervista a Radio Capital la giornalista ha abbandonato il ruolo impenetrabile e oggettivo, rivelando il suo punto di vista sul noto delitto di Avetrana. Dopo aver attentamente studiato le carte ed aver intervistato le due donne, Franca Leosini ha dichiarato: “Non do mai giudizi. Spesso mi chiedono ‘Tu che pensi?’, ma io non dico mai nulla. In questo caso però, una cosa di cui sono profondamente persuasa, è che qualsiasi sia la verità, sono profondamente convinta che non era un crimine da ergastolo. Quello che io ho imparato nei 24 anni circa di Storie Maledette – ideato e condotto dalla giornalista dal 1994 – è la dicotomia sgomentevole nella valutazione dei reati da parte della magistratura: a parità di crimini o di reato o di ipotesi di un crimine, vedi dare 18 anni ad una persona per duplice omicidio, e magari l’ergastolo a due persone che, quand’anche fossero state loro, comunque sarebbe stato un delitto d’impeto, che non prevede l’ergastolo nel codice penale“.

LEGGI ANCHE: “FRANCA LEOSINI ATTACCA ROBERTA BRUZZONE: LA RISPOSTA ALLA CRIMINOLOGA”

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Elisabetta Francinella

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