
La vedova Antonella Tognazzi, ed il giornalista de Il Fatto Quotidiano Davide Vecchi sono stati assolti dalle accuse di violazione della privacy. La moglie di David Rossi, dopo le lacrime liberatorie, torna a chiedere la verità in merito alla misteriosa morte del marito, ma qualche reperto fondamentale manca all’appello.
Si è chiuso con l’assoluzione il processo nei confronti di Antonella Tognazzi, vedova di David Rossi, e il giornalista de Il Fatto Quotidiano, Davide Vecchi. I due imputati erano accusati di violazioni della privacy per lo scambio di mail, pubblicato dal giornalista, tra l’ex capo della comunicazione della Banca Monte dei Paschi di Siena, e Fabrizio Viola, ex amministratore delegato della medesima banca, avvenuto il 4 marzo 2013, due giorni prima della tragica morte di David Rossi, e pubblicato sul giornale il 5 luglio 2013.
Una delle mail oggetto di discussione in aula riguarda un messaggio inviato da David Rossi a Fabrizio Viola con oggetto “Help” in cui il testo della mail recita: “Stasera mi suicido, davvero. Aiutatemi!!!“. Secondo l’accusa quei messaggi vennero dati al giornalista dalla vedova Antonella Tognazzi e Davide Vecchi li pubblicò senza il necessario consenso da parte dell’ex amministratore delegato Mps, perseguendo così il reato di trattamento illecito dei dati personali. Per la Corte però non è stato commesso alcun illegalità. Quarto Grado è tornato sul caso e nel corso della puntata, andata in onda il 19 gennaio, ha evidenziato le tante stranezze presenti in questa mail: è l’unica ad avere come oggetto “help” ed è la sola a non aver ricevuto risposta in quella giornata da Viola. Inoltre appare anomala nel contesto e nella forma: Rossi non era solito chiudere le frasi usando ben quattro punti esclamativi. L’autore del messaggio è veramente David Rossi?
Questa è soltanto una delle domande a cui non si ha risposta. Nel corso della puntata di Quarto Grado, il noto programma ha messo in luce come alcuni reperti fondamentali, tra cui alcuni fazzoletti sporchi di sangue presenti nell’ufficio dell’ex capo della comunicazione, siano stati distrutti su richiesta del pubblico ministero nell’istanza di archiviazione. La consulente Cristina Cattaneo ha ritenuto che le tracce ematiche sui fazzoletti non siano compatibili con i tagli che David Rossi aveva sui polsi. Molto probabilmente i fazzoletti sono serviti a tamponare la ferita presente sul labbro dell’uomo, ma qualcosa non combacia con la ricostruzione dei fatti di quella sera. Purtroppo, però, su questi fazzolettini non possono più essere fatti ulteriori accertamenti ed è quindi impossibile stabilire a quali ferite corrispondano quelle macchie e se il sangue presente sia esclusivamente di David Rossi. Cosa è successo quindi la sera in cui l’ex capo della comunicazione del Mps è precipitato? Dubbi che per il momento non trovano alcuna risposta certa.
Photo Credits Facebook