Valeria Marini: “Il matrimonio con Cottone non è stato consumato”
Incredibile. Roba da stropicciarsi gli occhi nella convinzione di aver letto male, per poi ritrovarsi ancora davanti queste parole s-t-u-p-e-f-a-c-e-n-t-i. Insomma, torniamo a parlare di Valeria Marini e del precocissimo divorzio (ha scelto l’assistenza legale di Annamaria Bernardini de Pace) dall’imprenditore Giovanni Cottone. Lei torna a parlare con Il Corriere della Sera e questa volta fornisce dettagli sulla crisi coniugale e sulla rottura dall’uomo che le è stato accanto per diversi anni prima di diventare – il 5 maggio 2014 – suo marito. Ebbene, signori e signore, sappiate che questo matrimonio non è mai stato consumato: “Incredibile, vero?“, è la domanda retorica della stessa Marini. Eh sì. Davvero incredibile.
Così come è incredibile l’improvvisa trasformazione di Cottone, descritta con dovizia di particolari dalla Marini e cominciata addirittura il giorno dopo le nozze: “Gianni ha cambiato atteggiamento proprio quel mattino. Lo ricordo ancora adesso mentre mi dà le spalle, immobile, a casa mia a Roma, e reagisce male quando gli parlo di una cosa che riguarda mia madre: ‘Non me ne frega niente, pensaci tu’. Strano, mi sono detta, magari è nervoso. Purtroppo non è stata una eccezione: questo suo aspetto arrogante e aggressivo si è ripetuto. Ha usato toni inaccettabili verso i miei familiari. Pure a San Valentino, quando mi propose di andare a cena fuori per recuperare il matrimonio, finì con lui che inveiva contro mia madre davanti a tutti mentre io non la smettevo di piangere“. Una sorta di moderno dottor Jekyll e Mr. Hyde, insomma. Un uomo senza più amore e scrupoli che diventa aggressivo nei confronti della donna appena sposata e completamente insensibile. Incurante anche del fatto che il padre di lei fosse scomparso soltanto un mese prima.
E pensare che “era sempre stato rispettoso verso mamma e mio fratello, che poi è anche il mio commercialista. Dopo, ha cominciato a dire fai così, fai cosà. Ero molto sorpresa, e confusa. Da un lato c’era lui, mio marito, l’uomo che avevo conosciuto come protettivo, paterno, premuroso, dall’altro i miei affetti, la mia famiglia, la donna che mi ha generato: era un conflitto troppo grande“. E poi un muro sempre più alto, una vita di coppia ridotta al nulla: “I suoi guai finanziari – continua Valeria – li ho scoperti dalla rassegna stampa di Google. E, beninteso, non erano nemmeno un ostacolo. L’ho aiutato, anche economicamente, perché era giusto farlo: ci siamo sposati nella buona e nella cattiva sorte, mi era chiaro, sono cattolica praticante e so di aver fatto un giuramento davanti a Dio“. Ma tante cose le ignorava, o almeno questa è la sua versione. E giorno dopo giorno sono del tutto scomparse la fiducia, la serenità, la condivisione.
E’ per tutti questi motivi che Valeria ha deciso di chiedere l’annullamento del matrimonio alla Sacra Rota: gesto estremo, traguardo non facile da raggiungere. Quanto alla presunta relazione con Antonio Brosio, quel presunto tradimento di cui Cottone si mostra convinto, lei nega in modo risoluto: “So invece di essere pedinata, inseguita e braccata dai fotografi: è un fatto. E guarda caso lui sa sempre prima quando un rotocalco sta per pubblicare delle foto. Strano, no? Però, e le carte lo testimoniano (e in effetti le mostra sul tavolo, ndr ), l’11 marzo abbiamo firmato un foglio in cui ci autorizzavamo a vivere separati, mentre il 16 aprile abbiamo firmato un accordo consensuale che è stato poi depositato in Tribunale. In teoria, e lo dico solo in teoria, io già ora potrei uscire con chi voglio senza tradire nessuno. Ma adesso desidero solo la compagnia delle persone che mi vogliono bene“.
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