
Domenica 5 maggio Valeria Marini ha sposato Giovanni Cottone nella Basilica dell’Ara Coeli a Roma: l’evento è stato trasmesso in diretta su Raiuno, durante Domenica In, per l’esattezza nello spazio condotto da Lorella Cuccarini. C’erano due inviati e tre ospiti in studio chiamati per commentare (Simona Izzo, il consorte Ricky Tognazzi e Pierluigi Diaco). Ecco, la presenza delle telecamere ha destato parecchio scalpore e acceso moti di disapprovazione fra gli italiani. E non per quella bestemmia che a un certo punto della telecronaca s’è sentita forte e chiara, no; piuttosto, per la telecronaca in sé.
E’ giusto che la televisione pubblica dedichi tanto spazio (ergo, denaro) alle nozze di Valeria Marini e, più in generale, di un “vip”? E’ questa la domanda che sta rimbalzando sulle pagine dei giornali e sulle pareti del web. Aldo Grasso ha espresso la sua condanna: “Nessun moralismo, si può anche trasmettere in diretta il matrimonio di Valeria Marini se a commentarlo ci fossero i fantasmi del garbo e dell’intelligenza. Signori consiglieri d’amministrazione Rai che guardate così poco la tv, questo non è servizio pubblico, anche se il programma non vi creerà nessun problema politico“. Lui critic (quasi) a priori, ma stavolta non ha tutti i torti.
Red Ronnie ha scelto toni ironici per un tweet: “Mi dicono che Domenica In si collega con una porta chiusa dietro cui si sta sposando Valeria Marini?!?! Meno male che ho pagato il canone“. E proprio i social network sono diventati cassa di questo malumore; un malumore che non accenna a diminuire ma anzi sta “contagiando” un crescente numero di persona. La sensazione è che la Rai, stavolta, sia scivolata su una buccia di banana…
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