Amadeus: “Sono più forte di prima”
Amadeus è uno fra i volti più noti della televisione nostrana, ma anche un’amata e “storica” voce radiofonica. Radio Deejay, Radio Capital, Rtl 102.5: Amadeus c’era e così si è fatto le ossa. Poi è arrivato il piccolo schermo e lui, grazie all’innata e innegabile verve, è entrato nelle case degli italiani trovando subito un posto solido. Ha lavorato a Mediaset, poi alla Rai, poi di nuovo a Mediaset e poi ancora in Rai: quest’ultima è nel suo cuore, ormai non ci sono dubbi. Elencare i programmi condotti da Amadeus è impresa non facile che rischia addirittura di diventare noiosa, perché sono tanti. Tantissimi, dal Festivalbar a Buona Domenica, da Domenica In a L’Eredità, da Music Farm a Canta e Vinci.
Dal 2009 conduce Mezzogiorno in famiglia su Raidue con Laura Barriales e Sergio Friscia ed è ai microfoni del programma Miseria e Nobiltà insieme al Conte Galè per Rtl 102.5. Ma Amadeus, si sa, è uno che ama le sfide. Ama sperimentare, soprattutto se in ballo c’è qualcosa di costruttivo. E’ questo il motivo per cui ha accettato la proposta di Milly Carlucci ed è fra i protagonisti del nuovo programma Altrimenti ci arrabbiamo, trasmesso il sabato in prima serata su Raiuno: dieci vip si cimentano in discipline artistiche e sportive sotto la guida di baby talenti che hanno un’età compresa fra gli 8 e i 17 anni.
Il maestro di Amadeus è Pietro Iossa, campione di Beatbox. La Beatbox, per chi non lo sapesse, consiste nell’imitare tutti i suoni di una batteria e di altri strumenti musicali con il solo uso della voce: una roba tutt’altro che facile. Eppure Amadeus ci sta riuscendo.
Amadeus, alla conferenza stampa di presentazione del programma sei stato il più pestifero…
Dici (ride, ndr)? Beh, è un programma che coinvolge i bambini e i ragazzi, l’atmosfera non può che essere allegra!
Ma tu hai sempre questo temperamento così vivace?
Sì, in genere sono così per natura. Nel bene e nel male. Certo, a casa ho anche momenti di maggiore tranquillità; il grande Gino Bramieri, che ho conosciuto quand’ero bambino, una volta disse: “Non posso raccontare barzellette dalla mattina alla sera”… Però ecco, trovo sempre il lato giocoso della cose, anche nel lavoro. Non mi prendo troppo sul serio.
Come sta andando questa esperienza con la Beatbox?
Mi diverte! Non la conoscevo, o meglio: sapevo che esiste una disciplina per cui si riproducono con la bocca i suoni della batteria e di altri strumenti, ma ignoravo sia il nome preciso che la tecnica. Non è facile, però mi piace.
Perché hai accettato l’invito di Milly Carlucci? E’ un’esperienza davvero insolita, per te…
E’ vero. Non mi è mai piaciuta l’idea di fare l’ospite “passivo” in un programma o partecipare a reality show privi di un obiettivo particolare e di spettacolo autentico. Questo è un caso particolare: Milly mi ha proposto di imparare qualcosa che non conoscevo e avere come insegnante un ragazzo. Ho avuto la possibilità di mettermi davvero in gioco e rappresentare una sorta di valore aggiunto, costruendo ogni volta un piccolo show: mi sono incuriosito e ho detto di sì. E poi stiamo parlando della prima serata su Raiuno, un’altra ottima motivazione.
Quanto durano le esercitazioni?
In linea di massima sono quattro giorni a settimana per un minimo di tre ore al giorno.
Fra gli altri volti noti in gara ci sono Maria Grazia Cucinotta, Nino Frassica, Nicoletta Romanoff, Gianfranco Vissani: senti la competizione?
No, anche perché facciamo cose completamente diverse, dunque non può esserci neanche il paragone. Detto ciò, ci tengo a fare bene, anche per Pietro. Lui è molto sportivo, la sua priorità non è vincere ma far conoscere la beatbox: questa è un’occasione davvero ottima. E devo dirlo: a volte Pietro sembra più grande di me e mi rimprovera pure…
A chi daresti la palma della vittoria?
Sicuramente Gabriele Rossi è bravissimo, anche perché ha studiato danza per molti anni. Però io farei vincere Pablo Espinoza, perché partito davvero da zero e si applica tantissimo. L’età lo aiuta, certo, ma si sta spendendo in modo ammirevole.
Cosa ti dicono tua moglie Giovanna e i tuoi figli?
Sai com’è: i familiari sono sempre i più sinceri e muovono anche delle critiche senza pensarci due volte. Io mi esercito anche a casa e mio figlio Josè, che adesso ha quattro anni, mi aiuta.
… Ti aiuta?
Sì! Sta vicino a me, mi ascolta, a volte interviene e dice: “No, papà, non devi fare così!”. E mi mostra quella che, secondo lui, è la versione corretta… (ride, ndr).
Amadeus, cosa c’è nel tuo futuro professionale?
C’è qualcosa, ma non mi va di parlarne fino a quando non ho la certezza. Faccio così per tutte le cose, se vuoi è anche una forma di scaramanzia.
Sorge qualche rammarico, guardando agli ultimi anni?
Sai, io credo abbastanza nel destino: nulla succede per caso e tutto serve, compresi gli errori. E poi cerco sempre di trovare il lato positivo di ciò che accade. Negli ultimi anni ho avuto la possibilità di raggiungere una maggiore realizzazione nella vita privata: non ci sarei riuscito se fossi stato sempre in tv.
E’ un ottimo punto di vista, direi.
… E c’è un’altra cosa: ho accumulato energia. Ho 50 anni e la stessa energia di quando ne avevo 30. Ho tanta voglia di fare. Forse devo anche ringraziare tutto lo sport fatto in passato. Mio padre diceva sempre: “se cadi da cavallo, come prima cosa rialzati e monta di nuovo in sella. Dopo puoi anche piangere e lamentarti per il dolore”. Lo dico senza presunzione: sono più forte di prima.
Che marito e che padre sei?
Oddio, questa è una domanda difficile! Non mi piace dare giudizi su me stesso… Posso solo dire che, grazie alla sindrome di Peter Pan (sorride, ndr), non ho filtri. Posso definirmi trasparente: non mi mostro mai diverso da quello che sono in realtà. E poi sono uno che, quando ama… Ama veramente.
La famiglia è la tua priorità?
Senza dubbio. Tutto il resto è secondario. Il mio lavoro è importante perché mi permette di campare, ma non sacrificherei mai la famiglia su quell’altare. E poi il lavoro non deve occupare l’intera giornata: io devo seguire le persone che amo.
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