Paolo Ruffini, all’incontro sul cyberbullismo esagera con le parolacce: scoppia la polemica
Paolo Ruffini, attore e conduttore comico, durante un incontro sul cyberbullismo che si è tenuto a Milano, dice parolacce davanti a trentamila studenti; gli insegnanti hanno interrotto l’incontro indignati.
A Milano, 16 maggio 2017, è stato lanciato il progetto “Manifesto della comunicazione non ostile nelle scuole”, un evento con trentamila studenti collegati in streaming da mille scuole di tutta Italia in contemporanea da Milano, Trieste e Matera. Il progetto educativo è stato promosso da Parole O Stili: la community di oltre 300 tra giornalisti, manager, politici, docenti e comunicatori nata per contrastare il cyberbullismo. I protagonisti del progetto sono stati i ragazzi che si sono raccontati senza filtri, si è parlato senza mezzi termini di omofobia, di bullismo e si cercato di riflettere insieme, anche ai personaggi famosi presenti che sono intervenuti sull’argomento. Un evento che, però, ha rischiato di essere oscurato dalle polemiche scaturite dalle parolacce dal comico Paolo Ruffini.
Ruffini, ha cercato di affrontare il problema del bullismo che spopola su internet, a modo suo ma è stato ripreso e criticato per avere usato qualche parolaccia e intercalare di troppo. Paolo ha infatti esordito così: «Ci sono questi signori in giacca e cravatta che non vogliono dica parolacce, ma mi sembra assurdo non dirle, perché mettere una distanza tra me e voi?… la vera volgarità è la violenza», ovviamente il suo modo di parlare così diretto non è stato apprezzato da tutti tanto che la città di Trieste si è disconnessa dalla diretta.
Il discorso del conduttore è piaciuto molto ai ragazzi che hanno apprezzato la sua schiettezza, anche la ministra Valeria Fedeli ha apprezzato le parole dell’attore, anche se ha confessato di essersi dovuta tappare le orecchie. La promotrice dell’iniziativa Rosy Russo ha dichiarato: «Ci dispiace sinceramente se qualcuno a Trieste si sia sentito spiazzato dall’ironia, a volte spigolosa di Paolo Ruffini. Siamo però convinti che tutti i ragazzi che hanno partecipato siano tornati a casa arricchiti... con una consapevolezza maggiore dell’importanza di usare e scegliere – online come offline – le parole con cura».
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