Laura Pausini accusata di diffamazione dall’ex fidanzato: la Cassazione l’assolve
Laura Pausini è stata assolta dalla Corte di Cassazione: cade, così, l’accusa di diffamazione ai danni dell’ex fidanzato ed ex manager Alfredo Cerruti in riferimento a un’intervista apparsa sul settimanale A. In estrema sintesi, non è affatto vero che Laura ha indicato Cerruti come colpevole di averle rubato del denaro, e una registrazione l’ha dimostrato: quando la giornalista le ha chiesto “ma è vero che ti aveva preso dei soldi anche?“, lei ha risposto “no, non posso dire niente di questo“; invece è stato scritto “abbiamo una causa in corso, non è il caso di parlarne“. Frase che ha portato a pensare, appunto, a un presunto furto. Così, la cronista e il direttore responsabile della testata sono stati rinviati a giudizio per quella che è una manipolazione in piena regola.
La causa era stata intentata proprio da Cerruti ma “non vi è dubbio – si legge nella sentenza di proscioglimento – che, al momento di rispondere alla giornalista, la Pausini in nessun modo diffamò il Cerruti“. La sua unica “colpa”, se così vogliamo chiamarla, è quella di aver dato il suo consenso dinanzi alla pubblicazione dell’articolo. Ma per la Cassazione è soltanto la conseguenza di un controllo disattento “compiuto da chi bene sapeva di non aver in alcun modo riferito falsità”.
Il testo depositato dalla Corte, con le motivazioni della sentenza di proscioglimento, spiega come la registrazione dell’intervista sia stata determinante per scagionare la Pausini dall’accusa di diffamazione a mezzo stampa: “Emerge dalla stessa sentenza che alla domanda della giornalista, riferito al Cerruti: ‘ma è vero che ti aveva preso dei soldi anche?’, la Pausini aveva risposto: ‘no, non posso dire niente di questo'”. Risposta che nell’articolo pubblicato su A non era stata riportata: la cronista l’aveva sostituita con l’espressione ben più ambigua “abbiamo una causa in corso, non è il caso di parlarne”. “Non vi e’ dubbio che, al momento di rispondere alla giornalista – riporta la sentenza – la Pausini in nessun modo diffamò il Cerruti, negando recisamente che egli le avesse rubato dei soldi”.