Mariano Sabatini: “Alcune fan del trio Il Volo sono ignoranti…”
Qualche giorno fa su Twitter c’è stata lunga e, soprattutto, animata polemica fra Mariano Sabatini e le fan del trio Il Volo. Nel corso di un’ospitata nel programma Effetto estate, il giornalista ha parlato dei vincitori del Festival di Sanremo definendoli “revival di se stessi” ed etichettando i fan come “nerd“. Apriti cielo. Come direbbe Massimo Decimo Meridio nel film Il Gladiatore: “Al mio segnale scatenate l’inferno“. Così è stato. Fortunatamente a placare gli animi è intervenuto lo stesso Ignazio Boschetto (guarda le foto con la presunta fidanzata) con un messaggio: “#ilvolovers Mi dispiace la discussione pesante con @marian0sabatini Le critiche si possono non condividerle ma vanno rispettate, sono gusti!“. Il ragazzo è cresciuto sotto le luce dei riflettori insieme ai colleghi Gianluca Ginoble (leggi la smentita del flirt con Erika Barbato) e Piero Barone (leggi le ultime indiscrezioni sulla sua vita privata), quindi tutti e tre sanno bene che non si può piacere a tutti. Sono abituati. Le volovers volevano solo difendere i loro beniamini, tuttavia secondo Sabatini alcune (non tutte, bisogna specificarlo) hanno esagerato.
C’è qualcosa che è stato frainteso in tutta questa vicenda?
Sì, c’è una cosa che tengo a precisare subito. Non ho mai insultato i ragazzi. Ho fatto semplicemente un’analisi da critico televisivo. Secondo me sono un trio dalle grandi potenzialità e dalle enormi doti canore. Il loro talento però è stato assistito dalla televisione, infatti dietro le loro capacità di cantanti c’è progetto pensato alle origini da Roberto Cenci e Antonella Clerici, portato avanti successivamente da Tony Renis e Michele Torpedine.
Non figurano certamente tra i tuoi cantanti preferiti.
Ovvio. Se dovessi ascoltare cover, a questo punto sceglierei delle interpretazioni più originali come quelle di Gianna Nannini, Francesco Renga o Morgan. Come ho già detto nel corso di Effetto estate, sono il revival di se stessi. Hanno scelto di rievocare il passato, visto che all’estero ci sono molti italo-americani nostalgici che bramano canzoni di questo tipo. E’ il classico bel canto all’italiana, quello di Al Bano, di Claudio Villa. Fuori dai confini italiani infatti ancora ci vedono fermi a cinquant’anni fa e, non a caso, hanno successo ancora Pupo, Toto Cutugno, i Ricchi e Poveri. Il progetto de Il Volo s’inserisce in questo filone fortunato. Non c’è proprio innovazione, nonostante abbiano poco più di vent’anni. Sono curioso di ascoltare i loro inediti.
Forse i fan del trio si sono arrabbiati per la frase “revival di se stessi”?
No, quel concetto non è stato proprio capito. Non parlerei di quanto accaduto se non ci fosse in mezzo una profonda riflessione sui mass media. Come ha detto Umberto Eco, i social network danno il diritto di parola a tutti e quindi anche un imbecille ha le stesse possibilità di un premio Nobel. Chiunque può dire la sua. In questo caso i volovers, anzi, sarebbe meglio dire le volovers, non hanno colto il mio discorso. Ignazio, Piero e Gianluca vengono ammirati da tutti perché ce l’hanno fatta. I loro coetanei hanno imparato a conoscerli in televisione e poi li hanno visti diventare delle star internazionali. Quei ragazzi sono quindi dei veri e propri modelli. Andy Warhol parlava dei quindici minuti di celebrità, mentre al giorno d’oggi c’è chi sogna di essere famoso tutta la vita. I ragazzi de Il Volo mettono d’accordo tutti: figli, genitori, nonni e anche bisnonni.
Ma allora perché è scoppiata la polemica?
I fan de Il Volo si sono infastiditi perché li ho chiamati nerd. Però mi sono sbagliato. I nerd sono i secchioni, quelli che stanno sempre sui libri, hanno interessi di tipo culturale alto. Effettivamente loro non corrispondono a questa categoria. Sono invece ignoranti. Tengo a precisare che mi riferisco solo a quella fetta di pubblico che mi ha insultato su Twitter e non a tutti i fan del trio. C’è chi ha scritto dei messaggi sgrammaticati, senza sintassi e pieni di errori. Beh, ascoltano tutto il giorno le canzoni de Il Volo, quindi i loro riferimenti sono modesti. Auspicherei che leggessero libri e che studiassero di più.
Non pensi che qualcuno potrebbe arrabbiarsi ancora di più dopo queste affermazioni?
Beh, perché? Sono stato vittima di violenza verbale e ho risposto a tono. Inizialmente ho anche provato a controbattere a tutti quelli che mi scrivevano, ma alla fine ho lasciato perdere perché era diventato impossibile.
Poi però è intervenuto Boschetto.
Sì, ha dimostrato una grande maturità artistica e anche intellettuale con quel messaggio. Le critiche vanno rispettate. Peccato che alcuni abbiano bellamente ignorato la sua richiesta di finirla con gli insulti. Qualcuno mi ha accusato di dare giudizi senza conoscere il loro progetto, visto che non ho mai assistito ad un concerto. In realtà ho comprato il loro disco e li ho seguiti in televisione, quindi posso analizzare ugualmente il percorso di questi ragazzi. Non sono un critico musicale, ma mi occupo comunque di spettacolo. Per questo motivo mi sono soffermato sui punti deboli ed evidentemente devo aver colpito nel segno.
Quali consigli daresti ai fan del trio?
I consigli non si danno, tuttavia mi dispiace che siano ciechi. Quando vedono i loro idoli spengono il cervello. Questo pensiero mi rende malinconico.
E se invece incontrassi proprio Ignazio, Piero e Gianluca?
Ho già ringraziato Ignazio per il tweet, comunque ripeterei esattamente le stesse cose. Auguro loro un percorso lungo e pieno di successi. Questo però significherà anche incontrare persone più severe di me. Non sono gli elogi a far crescere un artista, ma proprio le critiche. Quando si parla di “critiche costruttive” è solo una baggianata. Bisogna semplicemente leggere fra le righe. Per esempio con “revival di se stessi” intendevo che per loro sarebbe meglio cambiare repertorio. Tutto qui. I ragazzi hanno comunque dimostrato grande umiltà ed onestà intellettuale e mi piacerebbe davvero incontrarli.
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