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Perché Maggie Smith sarà la sola e unica Professoressa McGranitt di Harry Potter

Annoverata come una delle migliori interpreti britanniche di sempre, compie oggi 87 anni

Nonostante sia tra i più grandi – e dolorosi – assenti all’attesa reunion di Harry Potter, Maggie Smith è uno dei nomi più apprezzati della saga (e non solo). Unica e instancabile, ha prestato per dieci anni – e otto pellicole – il volto alla Professoressa Minerva McGranitt (McGonagall, in originale). E anche oggi, alla veneranda età di 87 anni, è ancora pronta a rimettersi in gioco nei panni della Contessa Violet Crawley in Downton Abbey – Una Nuova Era.

Vincitrice di due Premi Oscar, tre Golden Globes e quattro Emmy Awards nel corso di circa sette decenni di carriera, ha saputo rimanere al passo con i tempi conquistando, di volta in volta, orde di appassionati. Dalla Desdemona in Otello (1965) al fianco di Laurence Olivier alla Jean Brodie – un’insegnante segretamente attratta dai regimi totalitari – ne La strana voglia di Jean, che nel 1970 le regala il primo dei due Oscar; dal giallo all star Assassinio sul Nilo fino alla commedia brillante California Suite, suo secondo Oscar; dal ruolo di una Wendy ormai anziana in Hook – Capitano Uncino di Steven Spielberg fino agli Anni Duemila in cui anche il pubblico più giovane la riscopre, grazie all’iconica professoressa McGranitt. Maggie Smith ha dunque attraversato le diverse epoche come solo chi possiede un grande talento è in grado di fare. E ogni volta riuscendo magistralmente.

Maggie Smith come la Professoressa McGranitt, anche fuori dal set

Piertotum Locomotor! […] Ho sempre voluto usare questo incantesimo.” – dietro l’aspetto austero e lo sguardo (solo in apparenza) glaciale dovuto al ruolo istituzionale ricoperto nella Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, la Professoressa McGranitt ha sempre nascosto una grande sensibilità e una discreta dose di ironia. E, nell’ultimo capitolo della saga, ha regalato uno dei momenti più apprezzati dal pubblico. Nonostante la massima tensione dovuta all’imminente battaglia finale tra il Signore Oscuro (e i suoi seguaci) e il resto del mondo magico, ha saputo regalare un attimo di leggerezza agli spettatori. La stessa espressa attraverso l’ormai celebre terminologia Balbettante Bambocciona Banda di Babbuini ne Il calice di fuoco, durante i preparativi de Il Ballo del Ceppo.

Ironia dissacrante, dolcezza quasi materna e disciplina: sono dunque queste le caratteristiche principali che racchiudono l’essenza della Professoressa McGranitt. E, stando a quanto raccontato dagli addetti ai lavori, pare che rispecchino anche la stessa Maggie Smith. In particolare la disciplina, su cui l’interprete britannica sembra essere intransigente. Pare infatti, che durante le riprese dei primi due capitoli, il regista Chris Columbus fosse solito delegare Daniel Radcliffe a chiamarla per portarla sul set. Il motivo? Sembra che avesse paura di lei!

Il dramma durante le riprese di Harry Potter

Il set di Harry Potter, per Maggie Smith è stato anche un modo per non pensare ai propri momenti difficili. In particolare, durante la lavorazione de Il principe mezzosangue – sesto capitolo della saga – l’interprete si è trovata alle prese con un tumore. A causa di continui malesseri tra un ciak e l’altro, infatti, Maggie Smith si è sottoposta ad alcuni controlli, fino all’amara scoperta. In contemporanea con le riprese ha perciò dovuto affrontare la chemioterapia, affermando in seguito: “Sul set indossavo la parrucca di Minerva McGranitt ma sotto non avevo più capelli, sembravo un uovo sodo.” La lotta si protratta per ben due anni, fino alla guarigione definitiva. In quell’occasione ha perciò dovuto fare appello a tutta la sua forza. La stessa che, in fin dei conti, la accomuna alla Professoressa McGranitt e che ci porta a pensare che nessuna altra interprete avrebbe potuto rivestirne i panni, all’infuori di lei.

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Lorenzo Cosimi

  • Cinema e tv

    Romano, dopo la laurea triennale in Dams presso l’Università degli Studi Roma Tre, si è poi specializzato in Media, comunicazione digitale e giornalismo alla Sapienza. Ha conseguito il titolo con lode, grazie a una tesi in Teorie del cinema e dell’audiovisivo sulle diverse modalità rappresentative di serial killer realmente esistiti. Appassionato di cinema, con una predilezione per l’horror nelle sue molteplici sfaccettature, è alla ricerca costante di film e serie tv da aggiungere all’interminabile lista dei “must”. Si dedica alla produzione seriale televisiva con incursioni sui social.

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