Mahmood si racconta: “Da bambino un bullo mi ha…”
Oggi è cresciuto ed è un cantante di successo, ma il passato non si dimentica
Dopo un lungo periodo di attesa trascorso dall’annuncio sui social network, oggi è finalmente disponibile ovunque e nella sua interezza il secondo album in studio della carriera di Mahmood. Il titolo è piuttosto evocativo, ossia “Ghettolimpo”. Non una scelta casuale da parte del cantautore milanese di origini egiziane. Ad un primo sguardo è infatti piuttosto semplice comprendere come una tale denominazione sia ricaduta su un neologismo ossimorico, facente riferimento alla vita vissuta prima precedentemente al successo da parte dell’artista. Nella stessa parola troviamo infatti il concetto di ghetto e quello di Olimpo, ovvero due fasi ben distinte della vita di Mahmood.
Perché, come accade per ogni cantautore che si rispetti, la vita vissuta fa costantemente da sfondo ai testi successivamente messi in musica. Mahmood in questo ha un talento particolare: riesce a coniugare perfettamente delle sonorità vincenti sotto il profilo radiofonico a delle parti scritte lontane anni luce dal concetto di banalità. Prima di raggiungere il successo la sua vita non è stata per nulla facile, ed un tale sentimento è tangibile al 100% una volta presi in esame i testi che è solito scrivere.
Mahmood: “Mi sono sentito indifeso”
C’è poco da sorprendersi in effetti leggendo le dichiarazioni che Mahmood ha recentemente rilasciato ai media rispetto a degli episodi di bullismo dei quali è stato protagonista da bambino. A Verissimo, qualche settimana fa, aveva in effetti dichiarato: “Alle medie ero un bambino che viveva nel suo mondo. Ero un po’ cicciotto con gli occhiali, perché ero miopissimo”. Ed ancora: “Avevano detto al bullo della scuola che gli avevo rivolto una parolaccia. Lui è venuto e mi ha buttato la cartelletta a terra. Ti senti indifeso, non sai come agire”. Oggi Mahmood sembra aver superato perfettamente le difficoltà di cui è stato protagonista in tenera età. I successo non cancella però la memoria, ed è bene che un personaggio sotto la luce dei riflettori come lui alzi la voce (non solo nei suoi dischi) per un fenomeno inaccettabile come quello del bullismo.
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