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Detersivi, la guida di Greenpeace per scegliere quelli senza plastica

Una guida all’acquisto dei detergenti di casa per permettere di scegliere prodotti privi di materie plastiche, non soltanto nei contenitori. L’ha diffusa la storica associazione ambientalista Greenpeace. Sì perché la plastica è usata spesso come ingrediente nei detersivi e anche nei saponi per il bucato dei panni. Così come per la pulizia delle superfici e delle stoviglie. Tutto materiale che è destinato a finire nell’ambiente, inquinandolo gravemente.

La lista degli ingredienti di un detersivo

Greenpeace ha realizzato due versioni della guida, una stampabile e una versione digitale disponibile solo online. Entrambe contengono unelenco degli ingredienti in plastica più utilizzati dalle aziende nei detergenti. Si tratta di una lista che può essere confrontata con quella degli ingredienti di ciascun prodotto, spesso di non facile consultazione e reperibilità, disponibile sui siti web ufficiali dei marchi.

Accessibile tramite QR Code

Nella versione digitale sono presenti i link alle pagine web dei marchi più noti, mentre all’interno della versione stampabile della guida è presente un QR code. Il codice digitale rimanda alla versione online della guida, per facilitare così la ricerca degli ingredienti dei prodotti sui siti delle aziende usando ad esempio il proprio smartphone. “Nelle prossime settimane, a causa delle nuove restrizioni dovute alla pandemia, passeremo molto più tempo in casa che probabilmente impiegheremo per prendercene cura – dichiara Giuseppe Ungherese, responsabile campagna inquinamento di Greenpeace -. Cerchiamo dunque di acquistare prodotti privi di ingredienti in plastica, in qualsiasi forma essa si presenti, per non aggravare la contaminazione globale”.

Plastica ovunque, anche nel glitter

In quest’anno di Covid l’allarme plastica si fa sentire ancora di più. E fa riflettere su come i materiali plastici siano presenti persino nel glitter, la sostanza composta da frammenti colorati di plastica e alluminio che a Natale, solitamente, è molto gettonata e appare su pacchetti, accessori, biglietti e decorazioni. Adesso diverse catene di supermercati e grandi magazzini britannici hanno annunciato che la metteranno al bando. Tutti i prodotti natalizi di loro produzione saranno infatti privi di glitter. Già da tempo va avanti questa discussione nell’opinione pubblica anglosassone ma ora sembra giunta al culmine. Sono le stesse aziende che hanno cominciato a dire basta. Il motivo? Semplice e brutale. Il glitter è un materiale composto da polietilene tereftalato, cioè plastica, e fa parte di quei materiali che impiegano molto a degradarsi nell’ambiente. Insomma, detto in parole povere: sebbene appaia innocuo inquina molto. E i consumatori inglesi stanno cominciando ad accorgersene e a sensibilizzarsi. Più cresce il potere dei consumatori, più le aziende si “sensibilizzano” a loro volta. Nel senso che hanno paura di perdere, rapidamente, clienti e fatturato.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma.

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