Non parla e non cammina da 8 anni: si “risveglia” con un sonnifero ma…
Il protagonista dell’insolita vicenda è un uomo di 39 anni che per circa un decennio della sua vita non ha parlato e camminato. Poi l’improvviso “risveglio” dopo un sonnifero. Il fatto, descritto come misterioso, viene da Amsterdam ed è stato raccontato dalla rivista Cortex. Secondo quanto riferito dai medici, il paziente sarebbe affetto da mutismo acinetico, un disturbo mentale che gli è stato diagnosticato all’età di 29 anni. La sua malattia è subentrata dopo un grave incidente, durante il quale l’uomo non ha ricevuto ossigeno al cervello dopo aver rischiato il soffocamento con un pezzo di carne.
Da allora il protagonista della vicenda aveva perso le sue funzioni basilari; era in grado di rispondere a domande o comandi solo tramite gesti con gli occhi. Non si muoveva volontariamente e veniva alimentato tramite un tubo. Dopo otto anni, in cui le condizioni dell’uomo sembravano irricuperabili, i medici hanno deciso di somministrare un particolare sonnifero al paziente. E dopo venti minuti dalla somministrazione del farmaco si è verificato il “miracolo”. L’uomo ha iniziato a camminare e ed è riuscito a telefonare al padre con il quale non riusciva più a parlare da otto anni.
Paziente migliora con la somministrazione di un sonnifero
Il trentanovenne però dopo essersi “risvegliato” è rimasto vigile per solo due ore. Secondo i medici, se il paziente assumesse il farmaco una volta al giorno potrebbe rimanere vigile per due ore. Tuttavia, se assunto per cinque giorni consecutivi, il sonnifero dovrebbe iniziare a perdere efficacia perché l’organismo potrebbe diventare resistente. I dottori hanno spiegato infatti che mutismo acinetico non paralizza fisicamente le persone, ma rallenta la loro funzione mentale. Una ricercatrice, che ha studiato il caso del paziente in questione, ha spiegato come nel cervello dell’uomo si sia sviluppata una forma di iperattività celebrale che il sonnifero può in qualche modo attenuare e lasciare spazi per la parole e il movimento. Tuttavia una ripresa totale sembra difficile anche se alcuni studi confermano che un paziente su 20, con disturbi della coscienza curato con questo farmaco, migliori (almeno temporaneamente).
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