Orietta Berti: “Sono stata messa all’angolo, i giornalisti mi schivavano”
C’è stato un momento, nella carriera di Orietta Berti, in cui il mondo sembrava le stesse per crollare addosso. È stato un momento che è coinciso con un episodio tragico della storia della storia della musica italiana e, anzi, da esso è stato scaturito: la morte di Luigi Tenco per suicidio. Il biglietto d’addio lasciato dal cantante durante il Festival di Sanremo diceva infatti che il suo era un «atto di protesta contro un pubblico che manda Io, tu e le rose in finale». La canzone a cui si riferiva il cantante era ovviamente quella della Berti e questo causò inevitabilmente alla donna non pochi problemi a livello mediatico.
L’episodio della morte di Luigi Tenco
«È un episodio che ha segnato me personalmente e la mia carriera», ha raccontato Orietta Berti nell’intervista rilasciata al Corriere della Sera, riferendosi alla morte di Luigi Tenco. «C’è stato un periodo in cui nell’ambiente mi schivavano tutti, i giornalisti non volevano intervistarmi e pensare che erano stati loro a non ripescare la canzone di Tenco», ha aggiunto la cantante. Eppure non ha mai smesso di nutrire qualche dubbio sulla veridicità del biglietto d’addio lasciato dall’uomo. «Sono convinta che il biglietto non lo avesse scritto lui, c’erano due errori di ortografia che non avrebbe mai fatto», ha infine spiegato.
Il racconto di Orietta Berti
È stato un momento nero per Orietta Berti, che si è sentita improvvisamente emarginata a causa del suicidio di Luigi Tenco. «Per quella storia sono stata messa nell’angolo», ha raccontato la cantante. «Sono sempre stata tartassata, i giornali non scrivevano una riga su di me, sembravo una cantante fantasma: eppure vendevo un sacco di dischi, eppure le mie canzoni sono state fatte in tutte le lingue, da gruppi famosi in tutta Europa», ha poi aggiunto. Fortunatamente, però, quel periodo di emarginazione è andato scemando e, col tempo, la Berti ha saputo riacquistare la stima e l’affetto della critica e del pubblico.