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Junior Cally e le polemiche a Sanremo: sessismo o libera espressione?

Le polemiche sessiste a Sanremo proseguono e stavolta colpiscono uno dei diretti concorrenti del Festival: Junior Cally. Il rapper parteciperà con No grazie, canzone che spara a zero su Renzi e Salvini e che poi esplode in un messaggio antipopulista. La paura delle polemiche è stata così superata da Amadeus:

Se uno pensa di fare una selezione dei brani cercando di scansare per forza tutte le polemiche fa una cosa sbagliata. Il pezzo di Junior Cally mi è piaciuto dal primo momento e come dice Achille Lauro ‘Me ne frego’!

Non è stato questo però il brano che ha fatto divampare i social di indignazione, ma un suo vecchio pezzo del 2017, Strega. «Lei si chiama Gioia / balla mezza nuda, dopo te la dà / Si chiama Gioia perché fa la tro.. / L’ho ammazzata, le ho strappato la borsa / c’ho rivestito la maschera». Queste le frasi incriminate, insieme al videoclip che rappresenta l’immagine di una ragazza legata ad una sedia. Sessismo o semplice espressione artistica? Qui sta il dilemma, a cui l’ufficio stampa del rapper risponde duramente, con quello che è una sorta di ultimatum:

La posizione dell’artista è contro il sessismo, i passi avanti o indietro, e contro la violenza sulle donne. Lungi da Junior Cally scomodare i grandi nomi del cinema, della letteratura e della storia dell’arte, da Tarantino e Kubrick, da Gomorra a Caravaggio e scrittori come Nabokov e Bret Easton Ellis: l’arte può avere un linguaggio esplicito e il rap, da sempre, fa grande uso di elementi narrativi di finzione e immaginazione che non rappresentano il pensiero dell’artista. O si accetta l’arte del rap, e probabilmente l’arte in generale, che deve essere libera di esprimersi, e si ride delle polemiche. Oppure si faccia del Festival di Sanremo un’ ipocrita vetrina del buonismo, lontana dalla realtà e succursale del Parlamento italiano.

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