Eva Grimaldi, la vita in povertà: lavoro gratis e pacchi della Caritas
Il momento d’oro di Eva Grimaldi, sposatasi recentemente con la compagna storica Imma Battaglia e stella della nuova edizione di Tale e Quale Show, non ne ha mai offuscato il ricordo dell‘infanzia vissuta ai margini della povertà. E’ una storia che in pochi sanno, ma di cui l’attrice non si vergogna certo a parlare; discutendone con il settimanale F, Grimaldi ha accettato di tornare con la memoria al periodo precedente alla fama, quando problemi linguistici e personali si andavano a sposare a profonde questioni di indigenza familiare.
La dislessia, la povertà, la vita negli istituti cattolici: Eva Grimaldi ricorda le difficoltà dell’infanzia, e la figura della madre
Dietro il successo contemporaneo di Eva Grimaldi si nasconde una storia personale non certo all’altezza delle luci dello spettacolo. Cresciuta a Verona, le difficoltà economiche della madre portarono la famiglia ad affidarsi ai sussidi pubblici per il mantenimento. “Sono cresciuta mangiando con i pacchi della Caritas“, ha confessato senza peli sulla lingua al settimanale. “Non è stato facile, ma io mi rintanavo nel mio mondo. Giocavo con le bambole senza braccia né occhi che mi arrivavano, e per me erano bellissime. Mi mettevo di fronte allo specchio, e con una spazzola in mano imitavo le cantanti famose“.
Una propensione per il mondo dello spettacolo frustrata fin da subito dalle difficoltà relazionali che la giovanissima Eva Grimaldi incontrò a scuola. Una precoce forma di dislessia e balbuzie ne rese sempre più complicato l’apprendimento, costringendo la madre a rivolgersi a istituti privati. “Dovevo frequentare classi speciali“, continua nel suo racconto. “Sono diventata dislessica a sei anni, quando un aeroplano volò basso sopra la mia testa. Mia madre dovette portarmi da un logopedista, e finii in una scuola privata“. Ovviamente, lontana dalle disponibilità economiche della famiglia: “per mantenermi lì, accettò di lavorare per le suore, facendo le pulizie gratuitamente“.