Serena Mollicone, la disperata difesa dell’ex maresciallo Mottola: “Indagate su Santino Tuzi”
La famiglia di Marco Mottola, il figlio dell’ex-Maresciallo Franco Mottola, respinge al mittente le accuse dell’omicidio di Serena Mollicone. Solo ieri era giunta la notizia che gli inquirenti avevano ormai stretto il cerchio delle indagini intorno alla famiglia Mottola. I Mottola sarebbero, infatti, direttamente coinvolti nell’omicidio della 18enne di Arce, uccisa perché forse aveva scoperto qualcosa di pericolo. La difesa respinge ovviamente tutte le accuse e fornisce una tesi che vede coinvolto, invece, Santino Tuzi. Il brigadiere morto suicida con un colpo di pistola nella sua auto. Secondo l’avvocato della famiglia Mottola è da lì che bisogna ripartire con le indagini.
“Se si accetta la tesi che la 18enne è stata uccisa in caserma allora è su Tuzi che bisognava indagare. Sulla nostra presenza in caserma non ci sono prove, mentre lui era sicuramente di piantone“. le parole sono di Franco Mottola e direttamente filtrate dal suo legale.
Il suicidio di Santino Tuzi: cosa sapeva l’uomo?
A rendere più inquietanti la vicenda è anche il suicidio di Santino Tuzi, il brigadiere è stato trovato senza vita nella sua auto nel dicembre 2008. L’uomo si sarebbe sparato un colpo con la sua pistola di ordinanza, in pieno petto. Cosa sapeva? Al settimanale Giallo, Guglielmo Mollicone rivela: “Il maledetto giorno in cui mia figlia è scomparsa, e poi è stata uccisa, era andata in Caserma. E’ lì che è stata assassinata. Sono diciotto anni che lo sostengo. […] Non potrò mai dimenticare la figura del brigadiere Tuzi, lui ha pagato con la vita il suo coraggio: Tuzi avrebbe voluto parlare, raccontare per la prima volta come sono andati i fatti. Si è tolto la vita perché, probabilmente, le sue dichiarazioni inguaiavano i responsabili del delitto di Serena. […] Serena, come hanno ricostruito gli investigatori, è stata violentemente picchiata. L’hanno ridotta in fin di vita e temendo le conseguenze del loro vile gesto, hanno pensato di liberarsi per sempre di mia figlia. […] Non è escluso, anzi io ne sono certo, che i responsabili della sua uccisione non siano nemmeno stati individuati tutti. Ma io non mi fermerò fino a quando non avrò scoperto la verità. L’ho giurato a Serena. Figlia mia, manterrò la promessa“.
Vincenzo Quatrale è il carabiniere accusato di istigazione al suicidio per la morte di Santino Tuzi. Nel 2008, sette anni dopo il delitto, Tuzi riferì ai colleghi di aver visto entrare Serena in caserma, di aver ricevuto una chiamata per farla entrare negli appartamenti del comandante Mottola e di non averla più vista uscire da lì. Annotò il suo nome sul registro dove però fu cancellato.
Secondo la tesi degli inquirenti, Serena aveva scoperto qualcosa e si era recata al Comando dei Carabinieri di Arce proprio per denunciarlo. Il figlio dell’ex comandante dei Carabinieri, Marco, gestisce un’attività commerciale al Venafro. Forse Serena aveva scoperto un presunto giro di spaccio nel locale di Mottola? Non ci sono certezze sulla veridicità di questa pista, certo è che Serena era entrata in Caserma per un motivo e da lì nessuno l’ha più rivista uscire.