Primo Piano

Sissy Trovato Mazza: a Le Iene il mistero del cellulare

Si è spenta lo scorso 12 gennaio 2019 Sissy Trovato Mazza. La giovane agente di polizia era ridotta in stato vegetativo da un colpo di pistola: a seguito di una grave infezione che ha complicato il quadro clinico già piuttosto delicato, Sissy non ce l’ha fatta. Il suo caso è stato inizialmente trattato come tentato suicidio ma, alcuni dettagli hanno poi direzionato le indagini sulla pista dell’omicidio. Prima di venire colpita da quel proiettile, la 28enne stava portando avanti una vera e propria battaglia contro gli abusi in carcere. Ad occuparsi del caso, è tornata la trasmissione Le Iene. Lo show di approfondimento di Italia 1 aveva, infatti, intervistato la famiglia della giovane prima che morisse.

Il servizio delle Iene

“Mi manca Sissy. Era una ragazza meravigliosa, era bella e scherzava. Aveva una vita meravigliosa, giocava a calcio”, racconta il padre che si è sempre opposto alla tesi del suicidio. Non aveva motivo di uccidersi, ma aveva motivo di essere preoccupata per ciò che aveva scoperto: “Aveva scoperto delle cose un po’ strane”. Il programma fa riferimento al fatto che Sissy aveva rivelato di aver scoperto che dalla lavanderia del carcere dove lavorava arrivava della droga. “Aveva anche visto una sua collega e una detenuta scambiarsi effusioni” afferma il padre della giovane agente. Sissy aveva segnalato tutto ai suoi superiori senza, però, ottenere riscontri.

Il mistero, però, non finisce qui. Le Iene hanno mandato in onda alcuni filmati ripresi dalle telecamere dell’ospedale di Venezia, pochi istanti prima che la Trovato Mazza venisse ritrovata in fin di vita. Le telecamere riprendono Sissy con un braccio alzato, come se stesse parlando al cellulare. E’ possibile che, prima dello sparo, la ragazza avesse il telefonino in mano? Quel che è certo è che, accanto a lei, non è stato trovato nessun cellulare. Il telefono della ragazza è stato trovato nell’armadietto del carcere, aperto. Ma la 28enne, prima di cominciare il suo turno di lavoro, aveva chiamato la fidanzata per chiederle di farle una ricarica perché non aveva credito.

Tutti i misteri della morte di Sissy

Il caso era stato inizialmente trattato come suicidio e il pm aveva chiesto l’archiviazione per l’ipotesi di tentato omicidio. Quest’ultima è stata rigettata dal gip dopo l’opposizione della famiglia, difesa dall’avvocato Fabio Anselmo. Il legale ha infatti chiesto ed ottenuto ulteriori indagini su diversi punti: la lista delle celle al quale era agganciato il cellulare, il Dna sull’arma, il computer inattivo, l’assenza di sangue sulla parte finale della pistola, le denunce per il presunto traffico di stupefacenti all’interno del carcere, oltre alla vita privata e sociale. Ora è stata disposta l’autopsia.

Totale assenza di sangue sul vivo di volata dell’arma (la parte finale della canna) rinvenuta sul posto” che per “esperienza e scienza balistica” sono “sempre presenti” quando viene esploso “un colpo a contatto con la cute” dichiara il legale. Inoltre, aggiunge, sul lato sinistro l’arma è “perfettamente pulita“. Ci sono anche le denunce sulla droga e il computer “inattivo”. Sissy, infatti, aveva denunciato la circolazione di sostanze stupefacenti all’interno dell’istituto carcerario della Giudecca. Il suo computer, inoltre, stando ad una precedente inchiesta, era stato considerato inattivo. Ma le dichiarazioni della sorella e di una collega smentiscono il fatto. La memoria era piena e sul deskotp c’erano cartelle denominate “relazioni”, riferite all’attività di lavoro. Proprio questo è uno dei vari punti sul quale il gip chiede “chiarimenti” per capire se ci sono state “cancellazioni” o formattazioni.

Pulsante per tornare all'inizio