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Carlotta Benusiglio, svolta: prima strangolata e poi impiccata

Sono stati resi noti recentemente i risultati della consulenza tecnica per la morte di Carlotta Benusiglio, la stilista 37 enne deceduta in circostanze anomale nella notte tra il 30 e il 31 maggio 2015. Carlotta era stata ritrovata impiccata con una sciarpa a un albero a Milano, a pochi metri dalla sua abitazione. Secondo i consulenti della Procura di Milano, la Benusiglio fu strangolata “con un mezzo naturale ovvero serrando la stessa sciarpa che la donna indossava” e poi venne simulato il suicidio lasciando “il corpo, ormai cadavere, sospeso all’albero”. 

Anche la relazione depositata dai legali dei familiari della donna sostiene che la giovane morì “strangolata” e poi il corpo venne appeso “per inscenare un impiccamento suicidiario“. Nell’inchiesta del pm Gianfranco Gallo il fidanzato, Marco Venturi, è indagato per omicidio volontario. Inizialmente, però, una perizia disposta dal gip aveva concluso per la tesi del suicidio. Il pm ora dovrà decidere se chiudere le indagini e chiedere, comunque, il processo per l’uomo. Venturi si è sempre dichiarato innocente, sostenendo anche di essere vittima di una sorta di persecuzione messa in atto dalla famiglia della 37 enne.

Ora, però, la perizia parla chiaro: gli esperti Mariano Cincogani e Carmela Buonomo hanno trovato due differenti lesioni sul collo di Carlotta. Una inferta al momento della morte e una post mortem: non si può pensare che derivino da un’unica azione e da un unico meccanismo lesivo. Ciò implica che la morte della Benusiglio sia dovuta all’atto volontario di una seconda persona

“Il suo unico problema era quell’uomo”

La famiglia di Carlotta,  assistita dagli avvocati Paolo Tizzoni e Pier Paolo Pieragostini, si è sempre opposta alla tesi del suicidio. Secondo la mamma e la sorella Giorgia, la giovane stilista sarebbe stata uccisa proprio da Venturi, con il quale aveva un rapporto molto tormentato. Al settimanale Giallo, Giorgia aveva più volte raccontato quanto fosse malato il rapporto tra la sorella e l’uomo, che era violento e che l’aveva mandata più volte in ospedale. “Noi famigliari siamo convinti che mia sorella non si sia tolta la vita. Non l’avrebbe mai fatto. Aveva una famiglia, tanti amici, un lavoro di successo. Il suo unico problema era quell’uomo che le rendeva la vita impossibile. Perché poi avrebbe dovuto suicidarsi in pubblico, in quella piazza, quando a pochi metri c’era la sua casa?”.

Su Venturi pesano poi i filmati di quella sera che ritraggono gli ultimi momenti di vita di Carlotta. L’uomo ha sempre sostenuto di non essere lì al momento della morte della donna, ma nei video si vede l’indagato andare verso il punto in cui Carlotta è stata ritrovata ed inoltre, proprio accanto a lui, vi è una figura poco nitida che gli inquirenti ipotizzano sia la compagna. Un paio di minuti più tardi, l’uomo viene nuovamente inquadrato mentre torna indietro da solo. L’ora in cui appare per la seconda volta alle telecamere combacia con il decesso di Carlotta.

 

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