Strage di Erba: si riapre il caso? Ministro ordina ispezione
Sarebbe di qualche giorno fa la richiesta del Ministro della Giustizia alla Procura di Como. Alfonso Bonafede ha infatti richiesto l’acquisizione degli atti relativi alla Strage di Erba. Nell’atroce delitto, avvenuto 12 anni fa, persero la vita Raffaella Castagna, il figlioletto Youssef Marzouk, la mamma Paola Galli, la vicina di casa Valeria Cherubini e rimase gravemente ferito Mario Frigerio. Per la strage sono condannati all’ergastolo i coniugi Olindo Romano e Rosa Bazzi. Questi ultimi, nonostante le confessioni iniziali e nonostante i tre gradi di giudizio, continuano a dichiararsi innocenti.
Il ministro sembrerebbe ora avere qualche perplessità su alcuni aspetti dell’indagine e sull’istruttoria. Ragion per cui ha avviato una ispezione e ha chiesto alla Procura di Como di trasmettere tutte le carte dell’inchiesta a Roma. La richiesta del dicastero è arrivata due settimane fa nel capoluogo lariano ed è finita sul tavolo del procuratore Massimo Astori, che aveva coordinato l’inchiesta sulla strage di Erba, avvenuta l’11 dicembre 2006, poi affiancato da altri magistrati. Il riserbo è totale a Palazzo di Giustizia ma, stando a quanto riportato dal Corriere della Sera, trapela il disappunto per un intervento che nessuno si sarebbe mai aspettato su un caso chiuso e archiviato. Il procuratore Nicola Piacente ha preferito non commentare.
L’inchiesta de Le Iene e la rabbia dei fratelli Castagna
La decisione potrebbe essere stata presa dopo la recente inchiesta sulla strage portata avanti dalla trasmissione Le Iene. In varie puntate, l’inviato Antonino Monteleone aveva infatti cercato di mettere luce sulla vicenda. In particolare, la iena aveva cercato di scardinare tutte le prove decisive che hanno portato alla condanna all’ergastolo per Olindo e sua moglie Rosa. L’inchiesta ha riaperto il dibattito fra innocentisti e colpevolisti ma, al tempo stesso, ha riaperto anche le ferite dei familiari delle vittime della strage.
In particolare, a schierarsi fortemente contro il programma di Italia 1 erano stati i fratelli Pietro e Beppe Castagna che in quel delitto hanno perso la sorella Raffaella, la madre Paola e il nipotino Youssef. In un post su Facebook avevano scritto: “Abbiamo vissuto anni di processi, visto decine di periti, ascoltato centinaia di ore di dibattiti, non dieci minuti di trasmissione tra uno stacchetto della Marcuzzi e l’altro, ma davanti a una corte di primo grado a Como, di secondo grado a Milano, una corte di cassazione a Roma in anni di processo, tre gradi di giudizio davanti a 26 giudici, davanti a noi parenti delle vittime, non davanti ad una telecamera, non davanti a quel perverso meccanismo che deve solo vendere non verità, ma torbide menzogne, menzogne tanto vigliacche che insinuano, tanto vigliacche da parlare di noi e che d’ora in poi non lasceremo più impunite”.
L’intervista ad Olindo e le polemiche
A finire nel mirino delle polemiche era stata anche l’intervista fatta da Monteleone allo stesso Olindo. Molti spettatori avevano trovato fuori luogo il colloquio avvenuto proprio nel carcere dove l’ex netturbino è detenuto. Olindo ha continuato a professarsi innocente ma la sua versione dei fatti non ha convinto. Se inizialmente alcuni dei telespettatori avevano cominciato ad avere dubbi circa la colpevolezza dei due coniugi, non è di certo stato lo stesso dopo l’intervista.
“I servizi precedenti mi avevano quasi convinto dell’innocenza di questi due. E’ bastato questo ultimo servizio, sentir parlare questo anziano, per capire che mente sotto tutto, in maniera divertita e patologica. Non ci vuole uno psichiatra. Per una volta penso che la giustizia ha fatto il suo corso“, “Olindo con quest’intervista si è dato il secondo ergastolo da solo“, erano stati solo alcuni dei commenti scritti dagli utenti sui social.