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Ossa in Vaticano, il cardinale Parolin: “Dalla Santa Sede mai collegamenti con Emanuela Orlandi”

Da parte della Santa Sede non è stato fatto alcun collegamento con Emanuela Orlandi. A dirlo il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato Vaticano, a proposito della vicenda del ritrovamento delle ossa nella sede della Nunziatura. E’ quanto riporta il sito dell’Ansa. “Non so chi ha messo in relazione questa vicenda con il caso Orlandi”, ha dichiarato il cardinale – riferisce il Sir, l’agenzia dei vescovi – rispondendo ad una domanda, a margine di un convegno.

Da parte della Santa Sede – ha assicurato – non è stato fatto alcun collegamento con il caso di Emanuela Orlandi“. Interpellato sul motivo per cui la Segreteria di Stato, in occasione del ritrovamento delle ossa, abbia immediatamente avvertito la Procura di Roma, Parolin – riferisce sempre il Sir – ha spiegato: “Per ragioni semplicemente di trasparenza, perché non ci siano recriminazioni sul fatto che la Santa Sede abbia tenuto nascosto qualcosa. Le cose si fanno con la maggior apertura e la maggior trasparenza. Sono stati trovati dei resti, si è voluto sapere esattamente cosa si stesse facendo, di chi fossero, e quindi è stato chiesto aiuto all’Italia”.

“Mi dà tanto dolore per la famiglia…”

Per quanto riguarda la presenza in Vaticano di eventuali dossier sul caso della scomparsa di Emanuela, il porporato ha risposto che “si è sempre fatto di tutto per accertare la verità“. Circa la presunta “trattativa” di cui si è tornato a parlare negli ultimi giorni, Pariolin ha risposto: “Non posso dire molto, sono arrivato che il caso era già stato archiviato. Da parte nostra, c’è la disponibilità ad aiutare a risolvere questo caso”. “Mi da tanto dolore per la famiglia, soprattutto per la mamma”, ha aggiunto il segretario di Stato Vaticano. “Capisco cosa significhi non sapere cosa è successo alla figlia, se sia viva o morta, e se è morta dove è stata sepolta”. 

Nel frattempo, gli ultimi accertamenti sui resti rinvenuti confermano che le ossa appartengono a due persone diverse.  Gli esperti stanno analizzando una settantina di frammenti, tra cui parti di un bacino e di una vertebra. Quello che è emerso è che alcuni di questi, presentano un “invecchiamento” maggiore di altri. Non è ancora chiaro invece il sesso dei corpi a cui questi appartengono.

Ossa in Vaticano: trovati nuovi resti

Una nuova ispezione degli investigatori, avvenuta nella mattinata di martedì 6 novembre 2018, ha portato alla luce nuovi resti. Il ritrovamento, fatto grazie al lavoro dei poliziotti della Squadra Mobile e della polizia scientifica, ha portato alla luce nuove prove. Le ossa, trovate nello stesso punto dei precedenti frammenti, sono già sotto la lente di ingrandimento di genetisti e biologi.

Per avere qualche risposta si dovrà aspettare circa una settimana. Lunedì 5 novembre, la polizia scientifica, assieme a Giovanni Arcudi, direttore di Medicina Legale dell’Università Tor Vergata e perito nominato dal Vaticano, e al dirigente medico della Polizia Enza Livieri, hanno iniziato a esaminare i resti che, secondo quanto affermato da Arcudi, “ad un primo esame non sembrano troppo degradati, anche se sono stati interrati in un terreno umido, ma lo sapremo con certezza solo dopo aver pulito le ossa”.

 

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