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Ossa in Vaticano: trovati nuovi resti. Ultimi aggiornamenti sul caso Emanuela Orlandi

Trovati nuovi resti durante l’ispezione effettuata dagli investigatori, nel Palazzo della Nunziatura Apostolica di Via Po, a Roma. Le ossa sono o non sono di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori? Dobbiamo attendere ancora diversi giorni per aver un riscontro reale e definitivo sulla questione. Fatto sta che le nuove indagini stanno aprendo nuove piste di investigazione. Sembrerebbe però che i frammenti di ossa, ritrovate nella serata del 30 ottobre 2018, hanno fatto riaccendere una speranza nella risoluzione del caso della scomparsa delle due giovani ragazze, Emanuele Orlandi e Mirella Greogri, scomparse nel nulla nel lontano 1983, a distanza di pochissime settimane l’una dall’altra.

Ossa ritrovate in Vaticano: gli ultimi aggiornamenti

Una nuova ispezione degli investigatori, avvenuta nella mattinata di martedì 6 novembre, avrebbe portato alla luce nuovi resti. Il ritrovamento fatto grazie al lavoro dei poliziotti della Squadra Mobile e della polizia scientifica, ha portato alla luce nuove prove. I resti sono stati trovati nello stesso punto dei precedenti frammenti, già sotto la lente di ingrandimento di genetisti e biologi.

“Alcune parti utili dei reperti sono state isolate e inviate al Laboratorio di Genetica Forense. Per avere qualche risposta si dovrà aspettare circa una settimana. Ieri la polizia scientifica, assieme a Giovanni Arcudi, direttore di Medicina Legale dell’Università Tor Vergata e perito nominato dal Vaticano, e al dirigente medico della Polizia Enza Livieri, hanno iniziato a esaminare i resti che, ha affermato Arcudi, “ad un primo esame non sembrano troppo degradati, anche se sono stati interrati in un terreno umido, ma lo sapremo con certezza solo dopo aver pulito le ossa”. 

Rimane da stabilire con certezza l’epoca del decesso, sicuramente non recente, come l’età e il sesso. Mancherebbero, infatti, parti importanti di strutture ossee come nel caso del bacino”, questo quello che riporta l‘Ansa, al riguardo.

Nella giornata di oggi, martedì 6 novembre, verrà estratto il Dna (prova regina) e sarà poi equiparato a quello di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori.

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Emanuela Orlandi: le analisi sulle ossa quasi intatte

Le ossa ritrovate nel Palazzo della Nunziatura Apostolica di Roma sarebbero non troppo degradate. Gli ultimi aggiornamenti sul caso sono state rilasciate da Gianni Arcudi, direttore della Medicina legale dell’Università di Tor Vergata, ossia il perito nominato dal Vaticano. Il direttore ha affermato che le analisi delle ossa inizieranno prossimamente. “Inizieremo nel pomeriggio le analisi. A un primo esame non sembrano troppo degradati, anche se sono stati interrati in un terreno umido, ma lo sapremo con certezza solo dopo aver pulito le ossa”, queste le ultime notizie.

“Ora dobbiamo pulire, catalogare e ricomporre le ossa poi si vedrà se è possibileestrarne il Dna. In questo caso serviranno 7-10 giorni per un risultato, e nel frattempo, a seconda dello stato di conservazione, potremo fare delle ipotesi su quando sono state interrate, età, sesso e altezza della vittima”, il test del Dna è quello più accreditato e atteso dall’opinione pubblica.

Sulla questione è tornato anche Pietro Orlandi, fratello di Emanuela. A proposito, l’uomo ha dichiarato: “Gli esami sulle ossa sono iniziati oggi, ce lo ha detto poco fa il procuratore. È presto per avere certezza sul Dna, occorrono almeno otto-dieci giorni. Vogliamo capire chi per primo ha associato questa vicenda a quella di mia sorella. Anche su questo attendiamo risposte dagli inquirenti», ha concluso Orlandi.

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