Stefano Cucchi, indagato un altro carabiniere per falso
C’è un nuovo indagato nel nuovo filone di inchiesta sulla morte di Stefano Cucchi in cui si procede per falso. Si tratta del maggiore Luciano Soligo, allora comandante della compagnia Talenti Montesacro. La notizia arriva dopo il colpo di scena di dieci giorni fa al processo, quando il carabiniere Francesco Tedesco ha ammesso il pestaggio di Cucchi, geometra arrestato per spaccio di droga il 15 ottobre 2009 e morto in ospedale una settimana dopo. Nell’indagine sono già indagati per falso ideologico il luogotenente Massimiliano Colombo (comandante della Stazione Tor Sapienza) e il carabiniere scelto Francesco Di Sano. Quest’ultimo ha dichiarato di aver dovuto, dopo un ordine gerarchico, modificare il verbale sullo stato di salute di Cucchi.
Soligo viene coinvolto in quanto comandante della compagnia Talenti Montesacro dalla quale dipende la stazione di Tor Sapienza. Quest’ultima è il luogo dove Stefano passò la notte del fermo dopo il fotosegnalmento (e il pestaggio) in quella di Casilina. Soligo è dunque il diretto superiore nella catena gerarchica che parte dal carabiniere scelto Francesco Di Sano, il quale ha ammesso in aula di aver modificato su richiesta di suoi superiori l’annotazione di piantone in cui descriveva le condizioni di salute di Cucchi, e passa da comandante di stazione Massimiliano Colombo, perquisito una settimana fa e interrogato per quasi otto ore venerdì scorso.
Nella memoria del pc di Colombo, gli agenti della squadra mobile hanno rinvenuto mail di nove anni fa in cui il luogotenente riceveva da suoi superiori (e lo trasmetteva a Di Sano) l’indicazione di modificare i documenti relativi a Cucchi. Parte di questa documentazione potrebbe essere depositata dal pm Giovanni Musarò già mercoledì in udienza nel processo principale.
Non coinvolti i vertici dell’Arma
Da fonti della Procura di Roma, l’Ansa apprende che il generale dei carabinieri Vittorio Tomasone, il colonnello Alessandro Casarsa e il maggior Paolo Unali “non sono indagati nell’ambito della nuova inchiesta sulla morte di Stefano Cucchi“. I tre sono stati citati come testimoni, quindi verranno ascoltati nel processo che si sta svolgendo alla I sezione della corte d’Assise e che vede imputati cinque carabinieri. Le audizioni al momento non sono state calendarizzate ma, stando a quanto apprende l’Ansa, ciò dovrebbe avvenire nei primi mesi del nuovo anno, forse già a gennaio. I tre all’epoca dei fatti ricoprivano il ruolo di comandante provinciale dei carabinieri (Tomasone), comandante del Gruppo Roma (Casarsa) e comandante della Compagnia Casilina (Unali).
Le parole di Ilaria Cucchi
“Falsi ordinati per far dire ai medici legali dei magistrati che mio fratello era morto di suo, che era solo caduto ed in fin dei conti non si era fatto niente. Era morto solo ed esclusivamente per colpa sua e nostra. Io e Fabio (l’avvocato Anselmo, legale della famiglia Cucchi, ndr) lo abbiamo detto per anni che ciò non era assolutamente vero. Lo abbiamo urlato per nove anni. Che sensazione provo ora? Soddisfazione? No. Rabbia per tutto il dolore infertoci con insulti minacce e false verità? Sì. Dolore ed amarezza, come cittadina per l’Arma dei Carabinieri? Anche” scrive Ilaria Cucchi su Facebook, nel giorno del nono anniversario della morte del fratello.