Massimo Bossetti, ecco il documento che svela chi è [FOTO]
Cosa rivela la scrittura di Massimo Bossetti? L’esperta Evi Crotti ha effettuato un’analisi per Il Giornale. Dalla grafia del muratore di Mapello, condannato all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio, emerge un notevole narcisismo, accompagnato da una cura eccessiva della propria immagine (vedi lettera g minuscola) e un atteggiamento “accalappiante” (vedi scrittura inclinata a destra e ripetitiva) che senza dubbio hanno condizionato la parte emotivo-affettiva, creando in lui ambivalenza di sentimenti. Questo vuol dire, a detta dell’esperta, che egli passa con grande facilità da sentimenti di freddezza razionale ad atri di “sdolcinatura accaparrante” per ottenere comprensione e sedurre l’interlocutore col suo modo di fare.
Un carattere borderline?
La scrittura di Massimo Bossetti non può di certo dirci se sia stato l’assassino di Yara, ma ci permette di affermare che ci troviamo di fronte ad un personaggio indefinibile e contorto, che non è riuscito a conciliare le forti pulsioni emozionali con un adeguato controllo consapevole. Ciò è sicuramente alla base di un carattere borderline vale a dire ai limiti della patologia caratteriale. Anche la morfopsicologia ci suggerisce alcune analogie con l’interpretazione grafologica, specie relativamente alla componente narcisistica come viene espressa dal volto e dalle movenze del corpo.
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Il documento preso in considerazione da Evi Crotti è la lettera che il 48 enne ha inviato nei giorni scorsi al giornalista di News Mediaset, Enrico Fedocci. Queste le poche righe scritte da Bossetti, a seguito della sentenza della Cassazione: “Caro Enrico, fai giungere a tutti la voce di un innocente condannato al carcere a vita senza MAI potersi difendere. Questa non è una cosa da paese civile. Io sono INNOCENTE e lo griderò finché avrò voce“. Il carpentiere bergamasco è scoppiato in lacrime quando, seguendo una diretta televisiva dal carcere, ha saputo della condanna. Come riportato da Il Giorno, ha perso le speranze e il dolore più grande è quello di non riuscire più a vedere i suoi figli. “Vivo solo il presente. Mi è crollato tutto. Non credo più nella giustizia. Sono stato condannato senza avere la possibilità di difendermi. Ogni sera speravo che i giudici mi dessero la perizia. Adesso mi sento addosso un peso enorme. Mi sento un prigioniero di Stato” aveva dichiarato.
Yara Gambirasio, Massimo Bossetti voleva farla finita. La decisione dopo la condanna
Caso Yara Gambirasio: viene rivelata la decisione di Massimo Bossetti. Appena venuto a conoscenza della condanna all’ergastolo, confermata dalla Cassazione, il muratore di Mapello avrebbe deciso di farla finita. La notizia gli era arrivata direttamente dalla tv, l’uomo infatti aspettava la sentenza dal carcere di Bergamo nel quale è rinchiuso dallo scorso 16 giungo 2014.
Alla notizia appresa dalla tv, Bossetti avrebbe avuto una vera e propria crisi ed è stata la moglie, Marita Comi, a salvarlo. E’ questo quello che viene svelato dal settimanale Oggi, il quale riporta la notizia in esclusiva. L’uomo, ora definito dalla legge colpevole dell’efferato omicidio della piccola Yara, ha il sostegno dei suoi compagni carcerati, i quali ha creato una vera e propria rivolta chiedendo a gran voce il riesame del caso.
Tutti voi vi sarete chiesti: cosa è successo a Bossetti dopo aver saputo della condanna definitiva? Le voci ci parlano di una crisi di pianto e sconforto, che avrebbe prodotto in Massimo Bossetti un malore. L’uomo è stato sorretto dai compagni e prontamente soccorso da un infermiere che lo ha sedato. La sua vita è davvero cambiata per sempre e sulla sua testa pesa un incudine davvero pesante. Secondo i vari gradi di giudizio è lui l’assassino della ginnasta di Brembate.
In molti però sostengono ancora la sua innocenza, il web è pieno di commenti di chi lo crede totalmente estraneo dalla vicenda. Chi invece ha sempre spinto per la condanna è la criminologa Roberta Bruzzone, la quale ha spiegato su Giallo le motivazioni e le prove che sarebbero a capo dell’imputato.