Noemi Durini, incongruenza scioccante cambia le sorti del processo? Ecco cosa è successo
È emersa un’incongruenza scioccante sull’omicidio di Noemi Durini che potrebbe cambiare le sorti del processo. Sembrerebbe che gli abiti indossati dalla ragazza al momento del ritrovamento del corpo, non coincidano con quelli che aveva addosso quando uscì di casa per raggiungere il fidanzato. Ciò è emerso dopo un’attenta analisi del filmato in cui si vede Lucio Marzo scendere dalla macchina per poi tornarvi in compagnia della 16enne di Specchia. Gli occhi elettronici hanno seguito Noemi Durini uscire dall’abitazione fino alla Fiat 600, di proprietà della mamma di Lucio. Come mai gli abiti non sono gli stessi? Se li è cambiati lei in macchina lungo il tragitto? Oppure qualcuno l’ha fatto in un secondo momento, dopo la sua morte, così da cancellare le eventuali tracce? Qualcuno ha aiutato Lucio? Se così fosse, di chi si tratta? A tutte queste perplessità dovranno rispondere gli inquirenti.
Nel frattempo cresce l’ansia per il processo, con rito abbreviato, a carico di Lucio Marzo, per il momento unico indagato e accusato dell’omicidio di Noemi Durini. Il prossimo 2 e 3 ottobre si terranno presso il Tribunale di Lecce le udienze a carico del ragazzo di Montesardo. La papà della giovane vittima al settimanale Sono ha dichiarato: “Mia figlia Noemi è morta per una faida familiare. Hanno deciso che doveva morire e così è stato. Mia figlia era ancora viva quando è stata seppellita sotto un cumulo di massi“. “Dal primo giorno dopo la morte di mia figlia, ho puntato il dito contro il padre di Lucio” racconta Umberto Durini che da sempre è convito che nell’omicidio siano coinvolti anche i genitori del ragazzo. “Deve pagare per quello che ha fatto – ha aggiunto il papà di Noemi, concludendo – Deve pagare tutta la sua famiglia, suo padre e sua madre che lo hanno aiutato. Ma fino a che sarà davanti a loro, in aula, non dirà mai quello che è accaduto, chi c’era con lui e chi lo ha aiutato”.
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