Omicidio Gianna Del Gaudio, presto la decisione del pm: scioccanti le parole del figlio
A due anni dall’omicidio di Gianna Del Gaudio, l’ex professoressa uccisa nella sua villetta di Seriate, in provincia di Bergamo, resta ancora indagato a piede libero il marito, Antonio Tizzani. Al settimanale Giallo, con l’avvicinarsi dell’anniversario della morte della donna, torna a parlare il figlio Paolo Tizzani.
Era il 27 agosto del 2016 quando, all’interno della villetta in piazza Madonna delle Nevi a Seriate, in provincia di Bergamo, veniva uccisa l’ex professoressa di 63 anni Gianna Del Gaudio. A distanza di due anni il caso sembra ancora avvolto da una fitta nube. L’unico, al momento, ad essere iscritto nel registro degli indagati per il brutale omicidio è il marito, Antonio Tizzani, ex ferroviere di 69 anni. La docente fu sgozzata mentre si trovava in cucina in piena notte e fu proprio il marito a ritrovare la moglie riversa sul pavimento e a chiamare i soccorsi.
Il figlio, Paolo Tizzani, da sempre sostiene l’innocenza del padre. Con l’avvicinarsi del secondo anniversario della tragica morte della madre, Paolo al settimanale Giallo (che trovate in edicola fino al 22 agosto) si è sfogato affermando: “Sono già trascorsi due anni dall’omicidio di mia madre e mi manca tantissimo. La cosa incredibile è che ancora oggi non si sa chi l’abbia uccisa. Non so se gli investigatori abbiano fallito, così come non so se il colpevole sia mio padre. Io lo credo innocente“.
Alla fine di settembre scadrà il termine per le indagini preliminari e il pm potrebbe decidere di archiviare il caso oppure rinviare a giudizio il marito, Antonio Tizzani. Il figlio, proprio in merito alla futura decisione dei giudici, ha rivelato al settimanale Giallo: “Non so davvero cosa aspettarmi dalla decisione dei magistrati. Dico solo che se dovessero processare mio padre, non avrebbero in mano le prove per incriminarlo. Papà finora è stato solo un capro espiatorio”. “Ho paura – ha continuato il figlio – che chi ha ucciso mia madre possa farla franca. Non voglio che quello di mamma resti un delitto insoluto. Credo nella giustizia, accetterò quello che decideranno i giudici. A ogni modo, nessuna sentenza mi restituirà mamma”.
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