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Omicidio Renata Rapposelli, la sconvolgente confessione del figlio ai detenuti andrà a processo? Il parere della criminologa Roberta Bruzzone

Sono passati quasi nove mesi dal ritrovamento del corpo di Renata Rapposelli e il Comune di Ancora ha annunciato che si farà carico dei funerali della pittrice. La criminologa e psicologa forense Roberta Bruzzone torna nella sua rubrica sul settimanale Giallo ad occuparsi del caso e in particolare sui recenti sviluppi. 

Le ultime indiscrezioni sull’omicidio della pittrice originaria di Chieti Renata Rapposelli sono state scioccanti. Il figlio della 64enne scomparsa il 9 ottobre del 2017 da Giulianova, il cui cadavere fu rinvenuto in una zona impervia a Tolentino, si sarebbe sfogato con i compagni di cella confessando di aver ucciso la madre. Simone Santoleri avrebbe quindi parlato con gli altri detenuti ma non con gli inquirenti. Le indagini sul caso sono ancora aperte e, al momento, sono indagati con l’accusa di omicidio aggravato in concorso e occultamento di cadavere l’ex marito della donna, Giuseppe Santoleri, e il loro figlio.

Ad incastrarlo sarebbero proprio le due testimonianze dei detenuti, i quali hanno rivelato agli inquirenti quanto raccontato dall’indagato. Secondo la Procura, che ne ha acquisito le dichiarazioni, quanto sostenuto dai testi sarebbe da ritenere credibile. L’avvocato difensore di Simone Santoleri è però di parere opposto, tanto da sostenere che tali dichiarazioni sono prive di fondamento. Il suo cliente infatti nega che tale ammissione sia avvenuta. La criminologa e psicologa forense Roberta Bruzzone è tornata sul caso nella sua rubrica sul settimanale Giallo, in edicola fino a mercoledì 8 agosto 2018.

“I due presunti testimoni – scrive l’esperta -, a quanto si è appreso, avrebbero alle spalle una lunga carriera criminale e non vi sarebbe alcun modo per provare quanto sarebbe stato loro riferito da Santoleri durante la conversazione segnalata agli inquirenti. Si tratta quindi della parola dell’indagato contro quella di due soggetti avvezzi a commettere atti criminali di varia matrice“. Secondo la criminologa Roberta Bruzzone questo è un bel rompicapo, soprattutto se i due soggetti dovessero entrare nella lista dei testi al probabile processo, in quanto in quel caso la Procura dovrà provare che tale conversazione sia avvenuta.

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