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Caso Emanuela Orlandi, rivelazione sconvolgente del giudice Martella: “Fu la Stasi a rapirla e per un motivo preciso. Ho le prove”

La sparizione di Emanuela Orlandi è uno dei più complessi casi di scomparsa rimasto irrisolto che, nonostante il passare degli anni, continua a far discutere e a mantenere alta l’attenzione; anche se, come è evidente, l’omertà dei coinvolti cela ancora oggi i responsabili e la verità sulla 15enne cittadina del Vaticano. Qualcosa però sembra essersi sbloccato, tanto da spingere il giudice Ilario Martella ad intervenire sulla scomparsa della 15enne, che avvenne il 22 giugno del 1983.

Dopo le recenti rivelazioni sul rapimento e sulla scomparsa di Emanuela Orlandi da parte della super teste, ascoltata dal giornalista del Corriere della Sera Fabrizio Peronaci, pubblicate da quest’ultimo sul suo gruppo Facebook Giornalismo Investigativo, il giudice Ilario Martella ha deciso di rivelare al noto reporter ciò di cui è a conoscenza. Il giudice istruttore dell’inchiesta sull’attentato a Giovanni Paolo II, dopo aver preso atto della testimonianza sconvolgente dell’anziana Josephine Hofer Spitaler (che potete leggere cliccando a fine articolo), ha affermato che probabilmente Emanuela Orlandi potrebbe essere stata effettivamente a Terlano, ma solo di passaggio verso la Germania.

Martella, nella conversazione con il giornalista Fabrizio Peronaci, è partito dalla domanda chiave che da 35 anni tutti si pongono sulla scomparsa di Emanuela, in particolare familiari e magistrati: perché fu rapita la 15enne? Ed è proprio da ciò che il giudice istruttore ha rivelato: “Ancora una volta tutto converge verso il movente che fui io a suo tempo a individuare, senza tema di smentite. Le prove che produssi sulla vicenda Orlandi erano basate su evidenze documentali, non su chiacchiere o illazioni – continuando -A scriverlo nero su bianco, evidenziando il movente, grazie a un atto ufficiale che acquisii nel procedimento, fu un ministro della Repubblica popolare di Bulgaria. La Orlandi era stata rapita su ordine della Stasi (Ministero per la Sicurezza di Stato che si occupava dell’organizzazione di sicurezza e spionaggio della Repubblica Democratica Tedesca, comunemente nota come Germania dell’Est, ndr) per fare un favore ad Antonov, il bulgaro da me posto sotto accusa. L’obiettivo era salvarlo, evitare che fosse condannato in relazione all’attentato al Papa. Si trattò di una sottile e formidabile azione di distrazione di massa“.

Sembrerebbe quindi che vi sia una sottile connessione tra l’attentato a Giovanni Paolo II, avvenuto il 13 maggio 1981, quando il killer turco Ali Agca sparò al Papa, e la scomparsa di Emanuela Orlandi. L’idealista turco iniziò all’epoca dei fatti a collaborare con il giudice istruttore Ilario Martella, incolpando dell’attentato i servizi segreti bulgari su ordini del KGB e in particolare accusò il bulgaro Sergei Antonov, rivelando che fu lui a fornirgli l’arma per colpire Giovanni Paolo II. Pochi giorni dopo, improvvisamente e inspiegabilmente, Agca ritrattò tutto. Fatalità il suo cambio di versione avvenne sei giorni dopo la scomparsa di Emanuela Orlandi. I pubblici ministeri sospettarono che Agca fosse stato ricattato o condizionato dal rapimento della ragazza. Su ciò si è quindi soffermato il giudice istruttore con il giornalista Fabrizio Peronaci. Martella ha infatti aggiunto: “All’improvviso, grazie alla scomparsa della giovane cittadina vaticana, l’opinione pubblica fu emotivamente coinvolta, dirottata altrove. Tutti si misero a parlare di Agca e della ragazza sequestrata, in modo che ci si dimenticasse di Antonov e della pista bulgara“. “Agca ci era cascato, aveva creduto all’idea che se la ragazza tornava a casa lui usciva di galera. Avevano fatto fesso pure lui: una macchinazione perfetta, diabolica. Che, va detto, i suoi risultati li ottenne, altroché….”, ha aggiunto il giudice, rivelando in conclusione: “Emanuela Orlandi fu rapita dalla Stasi e da quelle parti (riferendosi a Terlano, ndr), nel viaggio verso la Germania, potrebbe essere passata“. Ma cosa è stato fatto all’allora adolescente? Ciò è ancora un mistero. Stando alle affermazioni del giudice istruttore, come riporta il giornalista Fabrizio Peronaci, sembra chiaro che la sparizione della Orlandi sia una mossa per cercare di evitare un coinvolgimento della Bulgaria (e quindi della Russia) nell’attentato a Giovanni Paolo II, nell’ambito della Guerra Fredda, che in quegli anni era al culmine con l’ascesa di Ronald Reagan negli Usa e di Karol Wojtyla in Vaticano.

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Photo Credits Facebook

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