Chiara Ferragni è pronta a rafforzare la sua posizione all’interno della società Fenice, mostrando la volontà di procedere con una ricapitalizzazione totale. Secondo quanto riportato dall’agenzia Ansa, l’influencer ha intenzione di dare un forte impulso all’azienda, a seguito della decisione presa durante l’assemblea del 30 marzo 2025, in cui è stato approvato un aumento di capitale di 6,4 milioni di euro. Ferragni possiede il 32,5% delle quote, mentre Paolo Barletta detiene il 40%. Tuttavia, Pasquale Morgese, azionista con il 27,5%, si è opposto a questa decisione, portando Ferragni a dichiararsi disponibile a coprire la sua parte non sottoscritta. Il verbale dell’assemblea rivela ulteriori dettagli significativi.
Dettagli dell’assemblea
L’assemblea si è rivelata tutt’altro che serena, come dimostrano le posizioni divergenti emerse. La riunione, come indicato nel verbale redatto dal notaio, è iniziata con la presentazione delle perdite della società, illustrate dall’amministratore di Fenice, Claudio Calabi. Le perdite ammontano a 6,9 milioni di euro, con un patrimonio netto negativo di 2,9 milioni e una previsione di ulteriore perdita di 3,3 milioni nel 2024. Filippo Garbagnati, legale di Morgese, ha sollevato dubbi sulla documentazione, affermando che manca il bilancio della controllata Fenice Retail, che gestisce i negozi Chiara Ferragni. Nonostante le svalutazioni significative nel bilancio del 2023, si sarebbero registrate erogazioni di credito a favore di Fenice nel 2024. Il budget del 2025 include costi, come il pagamento degli stipendi, di una società in fase di liquidazione.
Garbagnati ha dichiarato: “Il bilancio non risulta veritiero né supportato da adeguata documentazione e mostra un fabbisogno nettamente superiore rispetto alle reali necessità della società”. Secondo lui, la mancanza di documentazione sarebbe finalizzata a “coprire l’operato del precedente organo amministrativo”, riferendosi a Chiara Ferragni e Paolo Barletta, che hanno guidato Fenice fino al 2024. La risposta di Calabi è stata immediata: ha affermato di aver sempre operato nel migliore interesse della società, a tutela dei soci e dei creditori. Il manager, in carica dalla fine del 2024, ha aggiunto che alcuni soci hanno attuato controlli invasivi, permettendo loro di avere una visione chiara della gestione e della situazione patrimoniale. Ha definito le affermazioni di Morgese come “strumentali e pretestuose”, motivate da interessi in conflitto con quelli della società.