La situazione della società Fenice, che detiene i marchi di Chiara Ferragni, è attualmente al centro di un acceso dibattito tra i soci. Le tensioni interne sono emerse in modo evidente durante il recente voto per l’aumento di capitale, avvenuto nel mese di gennaio 2025. L’approvazione è stata ottenuta grazie al sostegno di Chiara Ferragni e del socio Paolo Barletta, rappresentanti delle società Sisterhood e Alchimia. Al contrario, Pasquale Morgese ha espresso il suo dissenso, ritenendo che l’iniezione di 6,4 milioni di euro non garantisca la continuità aziendale.
Le divergenze tra i soci sono emerse chiaramente nel verbale della riunione, dove Morgese e il suo legale hanno sollevato dubbi riguardo alla “carenza di documenti” e all’assenza del bilancio della controllata Fenice Retail. Queste contestazioni hanno portato Morgese a riservarsi il diritto di intraprendere azioni legali, chiedendo che il bilancio non fosse approvato. Tuttavia, l’amministratore unico ha rigettato questa richiesta, come riportato dal Corriere della Sera.
In aggiunta, Morgese ha espresso preoccupazioni riguardo alle svalutazioni significative dei crediti della controllata nel bilancio 2023, approvato con notevole ritardo. Ha interrogato i soci sul motivo per cui anche l’anno precedente siano stati concessi crediti alla partecipata, che sono stati successivamente svalutati. Ha anche sollevato interrogativi sui costi della partecipata, inclusi quelli relativi ai dipendenti.
Le incertezze sollevate da Morgese riguardano vari aspetti, tra cui i fondi rischi e le spese legali, evidenziando la necessità di una maggiore prudenza nella redazione del bilancio, di cui contesta la veridicità e la completezza della documentazione.
In risposta alle critiche, Calabi ha accusato Morgese di un controllo eccessivo, definendo le sue richieste come “strumentali e pretestuose”, avanzate da “interessi in conflitto con quelli della società”. Nonostante le tensioni, il bilancio è stato approvato così come l’aumento di capitale, ma le divergenze con Morgese rimangono.
Nel frattempo, Chiara Ferragni sta concentrando i suoi sforzi sul piano di rilancio di Fenice. È disposta a intervenire personalmente con un versamento di 6,4 milioni di euro per garantire l’aumento di capitale. Questo gesto dimostra l’impegno dell’imprenditrice digitale, soprattutto considerando che Morgese, socio di minoranza con il 27,5%, non parteciperà alla ricapitalizzazione, mentre Barletta, con il suo 32,5%, contribuirà solo parzialmente.
Secondo quanto riportato da Milano Finanza, la società Sisterhood di Chiara Ferragni sarebbe pronta a coprire la parte non sottoscritta dell’aumento di capitale, con l’obiettivo di ottenere una maggioranza nella società, che ha vissuto momenti difficili a causa dello scandalo pandoro. Resta da vedere come si muoverà Morgese, che potrebbe decidere di impugnare il bilancio o intraprendere azioni legali contro Barletta e Ferragni.
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