Milano – La tensione tra i soci di Fenice, la società fondata da Chiara Ferragni (32,5% del capitale), Paolo Barletta (40%) e Pasquale Morgese (27,5%), è emersa con chiarezza nei recenti verbali dell’assemblea, tenutasi il 10 marzo 2025. Questi documenti rivelano il malcontento di Morgese nei confronti della gestione operativa di Ferragni e Barletta, che dal novembre 2024 è stata affidata a Claudio Calabi.
I legali di Morgese hanno sollevato preoccupazioni riguardo alla “carenza di documenti” e all’“assenza del bilancio della partecipata Fenice Retail”. Tra i punti critici, è stato evidenziato il motivo per cui, anche nel 2024, Fenice ha continuato a erogare crediti alla sua partecipata, crediti che sono stati successivamente svalutati. Inoltre, sono state poste domande relative ai “costi di pertinenza della società partecipata”, come il pagamento degli stipendi dei dipendenti di Fenice Retail, che si riflettono nel budget 2025.
Le preoccupazioni espresse da Morgese
Secondo quanto riportato da L’Economia, i rappresentanti legali di Morgese hanno avanzato una serie di richieste e dubbi riguardo a diversi aspetti finanziari. Tra questi, l’importo dei fondi rischi e le spese legali sono stati oggetto di scrutinio. Morgese ha messo in discussione le operazioni effettuate con parti correlate, evidenziando un’eccessiva prudenza nella redazione del bilancio. Quest’ultimo, secondo i legali, “non risulta assolutamente veritiero né supportato da un’adeguata documentazione”, mostrando un fabbisogno superiore alle reali necessità della società. Questa situazione sarebbe stata creata per giustificare le azioni del precedente organo amministrativo.
La risposta di Calabi
In risposta alle critiche sollevate dai legali di Morgese, Claudio Calabi ha dichiarato di aver sempre operato nell’interesse della società e a tutela dei soci e dei creditori. Ha specificato che, al momento della sua assunzione, ha intrapreso azioni volte a garantire la stabilità e la trasparenza dell’azienda. Calabi ha anche segnalato che alcuni soci, in particolare Morgese, hanno attuato pratiche di controllo considerate invasive.
La situazione all’interno di Fenice continua a destare preoccupazione, con le divergenze tra i soci che potrebbero avere ripercussioni significative sulla gestione futura della società. La trasparenza e la comunicazione tra i soci risultano ora più che mai cruciali per il futuro dell’azienda, che si trova a dover affrontare non solo le sfide interne, ma anche un mercato in continua evoluzione.