Nei verbali dell’assemblea di Fenice Srl, tenutasi recentemente, emerge con chiarezza la frattura tra i soci. Da un lato, l’asse formato da Chiara Ferragni e Paolo Barletta, che insieme controllano oltre il 70% delle quote della società; dall’altro, Pasquale Morgese, che si oppone alle decisioni adottate dai due. Questo scontro interno è un indicativo della situazione critica che la società sta attraversando.
Fenice Srl, nel 2025, rappresenta una delle aziende più significative dell’impero imprenditoriale di Chiara Ferragni. In passato, era considerata l’ammiraglia del gruppo, registrando fatturati milionari e gestendo importanti contratti pubblicitari per il marchio Chiara Ferragni Brand, noto per il suo iconico logo presente su borse, cosmetici e quaderni. Tuttavia, a seguito del cosiddetto “Caso Pandoro“, Fenice Srl ha subito un duro colpo, risultando l’azienda più colpita. I dettagli della situazione attuale sono stati analizzati in un recente articolo che illustra le perdite previste nel prossimo bilancio.
La distribuzione delle quote all’interno di Fenice Srl è chiara: Chiara Ferragni, tramite la holding Sisterhood, possiede il 32,5% delle azioni, mentre Paolo Barletta, attraverso Alchimia, detiene il 40%. Pasquale Morgese, da parte sua, controlla il 27,5% delle quote. Negli ultimi mesi, la società ha dovuto prendere decisioni cruciali per il suo futuro, che hanno evidenziato una netta divisione tra Ferragni e Barletta da un lato e Morgese dall’altro. Questa frattura è diventata evidente durante il voto per l’aumento di capitale, una misura necessaria per risanare le perdite e rilanciare l’azienda.
I verbali di Fenice Srl: “Situazione di estrema difficoltà”
La divisione tra i soci è documentata nei verbali di Fenice Srl. I verbali rivelano le risposte di Claudio Calabi, amministratore unico dopo le dimissioni di Ferragni, a Pasquale Morgese. Calabi ha affermato: “Non vi è stata alcuna forzatura ottimistica, né sovrastima pessimistica nel determinare le voci di bilancio”. Queste parole rispondono alle critiche mosse da Morgese nel corso degli ultimi mesi, sia all’interno che all’esterno delle assemblee.
Calabi ha difeso la sua gestione, sottolineando di aver sempre agito nell’interesse della società, tutelando i soci e i creditori. Ha respinto le accuse di aver adottato criteri diversi nella gestione. Inoltre, ha evidenziato come alcuni soci abbiano intrapreso attività di controllo invasive, che hanno permesso loro di avere un quadro chiaro sull’andamento della gestione e sulla situazione patrimoniale della società.