I Cesaroni, Matteo Branciamore e la lotta contro la sua dipendenza: come sta oggi
La rivelazione dell’attore: “Ad un certo punto non lo gestivo più e mi è sfuggito di mano". Non riusciva a fermarsi, assurdo
Fin dalle scuole superiori manifesta grande interesse per la recitazione. E inizia, come molti artisti, con il teatro. Nel 2001 appare per la prima volta sul piccolo schermo in “Sei forte, maestro 2”. Ma è cinque anni dopo, nel 2006, che diventa popolare grazie alla serie televisiva di Canale 5, I Cesaroni, in cui interpreta il ruolo di Marco Cesaroni, figlio di Giulio Cesaroni (Claudio Amendola). Nel febbraio 2008 torna su Canale 5 con I Cesaroni 2, in cui lui ed Alessandra Mastronardi saranno due dei protagonisti. Ed è presente anche nella terza stagione. Il suo ruolo ne “I Cesaroni” termina dopo un episodio della sesta serie, siamo nel 2014.
Negli anni, tra teatro, serie televisive, cortometraggi e anche spot televisivi, Matteo Branciamore è diventato un volto noto e apprezzato. Ma la fama, si sa, può portare anche a cadere in vortici da cui è difficile uscire. Ecco il racconto molto sentito dell’attore.
Matteo Branciamore, infatti, con il successo de “I Cesaroni” viene catapultato sull’onda del successo. Qualcosa che, evidentemente, ha spezzato l’equilibrio dell’allora giovanissimo attore. Come lui stesso ha raccontato in un’intervista di qualche tempo fa.
La malattia di Matteo Branciamore
Branciamore ha parlato di una vera e propria dipendenza. Un problema, peraltro, non così raro: “Il sesso era il mio pane quotidiano ma ad un certo punto non lo gestivo più e mi è sfuggito di mano, non lo fermavo più. Non era una situazione sana”.
È infatti, una delle facce oscure del successo. Come spiega ancora l’attore nell’intervista di Vanity Fair. Ha infatti affermato che essere riconosciuto in giro per le strade rende molto più semplice che la fan non veda l’ora di andare a letto con il VIP di turno. E non sarebbe rimasto indietro, andando subito al sodo, talvolta anche tramite contatti su Facebook.
Fortunatamente, Matteo è riuscito a guardare dentro di sé. E a guarire da questa dipendenza: “Ad un certo punto l’ho avvertito quasi come una malattia e sono cambiato. Per fortuna ne sono uscito indenne. Sto bene con me stesso, credo di aver raggiunto un equilibrio”.
Insomma, non rimane che augurare a Matteo un futuro ancora lungo e con una carriera che, siamo sicuri, potrà ridarci ancora parecchie soddisfazioni!