Il 30 gennaio 2002 il piccolo paesino di Cogne, incastonato fra le montagne in Val D’Aosta, si risveglia con una tragedia. Il piccolo Samuele Lorenzi, di appena tre anni, viene ritrovato senza vita nel letto dei genitori. Sua madre, Annamaria Franzoni, chiama i soccorsi più volte e quello che in un primo momento viene interpretato come morte da aneurisma cerebrale in seguito diventa caso di omicidio. Il Delitto di Cogne ha scosso non soltanto la comunità della cittadina, ma è entrata nella casa degli italiani. Motivo per cui, a distanza di vent’anni dall’accaduto, Sky ha realizzato una produzione originale Crime+Investigation distribuita sui piccoli schermi con doppio appuntamento. In prima TV, il documentario sul Delitto di Cogne si divide in due puntate, previste per domenica 30 e lunedì 31 gennaio 2022 a partire dalle ore 22:55 sul canale 119 di Sky.
L’omicidio di Samuele Lorenzi: il Delitto di Cogne
Quello di Cogne è diventato rapidamente un caso mediatico senza precedenti e ancora oggi molte domande non hanno trovato risposta. Chi ha ucciso il piccolo Samuele? Com’è andata veramente quel giorno? Sua madre, Annamaria Franzoni, resta l’unica indiziata. Il documentario realizzato da Sky, diviso in due puntate, cerca di ripercorrere quella tragedia per tappe e affronta il caso di cronaca nera ripercorrendo le testimonianze e le dichiarazioni di quel periodo. Si rifà ad esempio ai giornalisti che hanno seguito il caso, includendo le testimonianze di Alessandra Comazzi de La Stampa, Michele Cucuzza e Gigi Iorio.
Ma cos’è successo quel 30 gennaio 2002? Annamaria Franzoni contatta il 118 chiedendo aiuto perché suo figlio perde sangue dalla bocca. In una seconda telefonata, la donna afferma che “gli è scoppiato il cervello“. In una terza che “sta vomitando sangue“. Al suo fianco, nel corso della telefonata, vi è la dottoressa Ada Satragni, un’amica di famiglia che è stata la prima ad arrivare sul posto, arrivando alla conclusione di un aneurisma. Ma, quando arrivano i soccorsi, le carte in tavola cambiano. Si tratta di omicidio. Arrivano i carabinieri e, con l’aiuto dell’autopsia, sul piccolo corpo di Samuele sono stati ritrovati segni di una quindicina di colpi. Un corpo contundente, che non è mai stato ritrovato. Smarrita l’arma del delitto, la Corte Suprema di Cassazione il 21 maggio 2008 ritiene Annamaria Franzoni colpevole d’omicidio e la condanna a 16 anni di carcere.
Perché, dopo vent’anni, il caso del piccolo Samuele è ancora ben impresso nella nostra memoria? Si tratta del primo caso di cronaca nera ad aver avuto un forte impatto mediatico, inconsueto, che ancora oggi divide l’opinione pubblica e ancora avvolto nel mistero. Annamaria Franzoni, nella sua testimonianza, ha spiegato che quella mattina è uscita di casa alle 8:16 con l’altro figlio Davide, per poi rientrare in casa alle 8:24. Nell’arco di quegli otto minuti, non si sa che cosa è successo. Ed è quel mistero che ha ossessionato i media e l’Italia intera.
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